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Valentina Baldisserri e Ilaria Sacchettoni

Chieti, il permesso speciale al padre per stare con i tre figli e la moglie. I regalini per i bimbi

Il Natale della famiglia del bosco non sarà come lo avrebbe voluto, nella casetta di Palmoli (Chieti) dove mamma Catherine, papà Nathan e i tre figli hanno vissuto fino al 20 novembre 2025, giorno in cui il Tribunale per i minorenni dell’Aquila ha emesso il provvedimento di allontanamento dei figli e il loro collocamento in una struttura protetta di Vasto. A meno di sorprese (i giudici hanno ancora oggi per decidere) non sarà nemmeno nel casolare messo a disposizione dall’ex ristoratore Armando Carusi.

 Più realisticamente il pranzo del 25 dicembre si consumerà all’interno della Casa di accoglienza Genova Rulli di Vasto dove i tre bambini si trovano da poco più di un mese insieme alla madre. Sia oggi che giovedì sono giorni di visita (autorizzata) per Nathan. Fortunatamente il 25 capita proprio di giovedì. «Credo gli abbiano dato un permesso (i responsabili della casa famiglia, ndr)», sussurra Armando Carusi che anche ieri ha incontrato Nathan nella casetta di nonna Gemma. Gli ha dato alcuni regalini da portare ai bambini: «Almeno il giorno di Natale Nathan potrebbe sedersi a tavola con i suoi figli». Nessuna conferma dalla casa famiglia di Vasto. La responsabile al telefono si chiude: «Non decidiamo nulla noi, eseguiamo disposizioni dei servizi sociali e delle tutrici».



















































La famiglia è passata da un sistema di vita basato sulla completa autonomia, nella solitudine estrema del bosco, alla forte esposizione mediatica dell’ultimo mese e ora chiede di ritrovare intimità, tornare ad abbracciarsi senza che altri vedano, riprendano, giudichino. Chi guarda ai fatti con un’emotività che mal si concilia con provvedimenti giuridici, è diviso tra chi ritiene che la famiglia nel bosco sia vittima di una grave ingiustizia e chi invece pensa che la tutela dei minori venga prima di tutto e quindi la severità dei magistrati sia giustificata dalle criticità emerse, prima fra tutte quella dell’istruzione-socializzazione dei piccoli.

Ora si attende la decisione del Tribunale dei Minorenni. Ma come verranno valutati gli indubbi passi avanti — definiti «apprezzabili» dai colleghi della Corte d’Appello — dei coniugi Trevallion nei confronti delle istituzioni? Se il tema è quello di garantire l’intero spettro dei diritti del minore (salute, istruzione, socializzazione, privacy) allora andranno nuovamente analizzati i temi sul tappeto. L’aspetto salute ad esempio. Nathan e Catherine, qui, hanno dato prova del cambiamento più radicale. Dall’ostilità iniziale i Trevallion si sono resi disponibili a sottoporre i bambini a visite degli esperti, ad assicurare migliorie importanti all’abitazione (infissi inclusi) e a garantire il completamento del percorso vaccinale dei figli.

L’aspetto relativo alla formazione: in famiglia si passerebbe dall’istruzione parentale propriamente detta (unschooling) a quella da remoto (homeschooling) garantita da un’insegnante disposta ad armonizzare l’apprendimento dei bambini con i programmi scolastici istituzionali. Strettamente collegato alla formazione c’è l’aspetto della socialità dei bimbi.

 Si tratta di un nodo che la difesa non ha ancora interamente sciolto. Perché se gli avvocati difensori apprezzano e si sforzano di valorizzare la comunicativa dei piccoli Trevallion, i giudici sottolineano le conseguenze (negative) future dell’isolamento. In aggiunta va detto che i magistrati della Corte d’Appello a tale proposito parlano di atteggiamento «ondivago» dei genitori: «Dapprima hanno dichiarato per la figlia maggiore di volersi avvalere dell’istruzione parentale per poi iscriverla alla scuola pubblica».

 Ultimo aspetto: l’esposizione mediatica e la mancata privacy dei minori. Qui, però, la difesa ha dato buona prova di sé imponendo uno stop. Catherine e Nathan sono irraggiungibili dai media da ormai un mese.


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23 dicembre 2025 ( modifica il 23 dicembre 2025 | 07:38)