di
Redazione Esteri

L’accusa parla di un bottino di circa cento pezzi di alto artigianato con un valore che oscilla tra i 15.000 e 40.000 euro

Un dipendente  dell’Eliseo, un certo Thomas M., custode dell’argenteria e capo maggiordomo, finirà sotto processo per aver depredato la prestigiosa collezione della Presidenza. L’accusa, rilanciata da Le Parisien, lo inchioda a un bottino di circa cento pezzi di alto artigianato – dai calici Baccarat per champagne ai piatti di porcellana Sèvres, posate in argento puro e una rara statuetta René Lalique – con un valore che oscilla tra i 15.000 e 40.000 euro, accumulato in mesi di razzie.

Le perquisizioni hanno portato alla luce gran parte del maltolto: nascosto nell’armadietto di lavoro, nell’auto privata, in casa e persino su un profilo Vinted intestato a lui. Seduti accanto a Thomas M. in aula ci saranno il partner Damien G., esperto antiquario a capo di un sito di aste digitali, e Ghislain M., appassionato collezionista di Versailles – ex custode al Louvre. 



















































Tutto è iniziato da un’allerta interna al palazzo, residenza ufficiale del Presidente della Repubblica francese, che aveva fiutato sparizioni seriali di tesori nazionali. La procura punta il dito su inventari taroccati per mascherare i colpi e su piani per nuovi saccheggi. Arrestati a metà dicembre, i tre hanno confessato sotto torchio. Udienza slittata a febbraio 2026, con Thomas M. già silurato dal ruolo: l’Eliseo è a caccia del prossimo guardiano delle posate.

23 dicembre 2025