Giorgio Marchesi e Chiara Francini formano la coppia più scoppiettante, divertente e profonda, di questo capodanno. I due sono infatti protagonisti del film La Voce di Cupido, del regista Ago Panini, che va in onda in prima serata su Rai 1 il 30 dicembre.

Un road movie, girato in Calabria, dall’atmosfera quasi magica che richiama i classici road movie americani ma è le storie piene d’amore, quelle che tutti sogniamo, specialmente durante le Feste.

E poi i protagonisti de La Voce di Cupido sono eccezionali. Giorgio Marchesi è uno degli artisti italiani più amati dal pubblico, con un curriculum da star tra spettacoli teatrali, film e fiction di successo, come Studio Battaglia (leggi la nostra intervista), Un Medico in famiglia, Un passo dal cielo 7, La sposa.

Giorgio ci ha raccontato quanto sia stato fantastico lavorare con Chiara Francini e perché La Voce di Cupido è il film perfetto per la fine dell’anno (e non solo).

Ne La Voce di Cupido interpreti Lucio, ci racconti del tuo personaggio?
Lucio è un personaggio che mi ha colpito subito perché rappresenta qualcosa di nuovo. Per la prima volta, almeno per quanto mi risulti, viene raccontata la figura di un podcaster. È un uomo che ha finalmente trovato il suo canale espressivo: raccontare storie. Probabilmente ha provato altre strade artistiche prima, ma questa è quella che gli permette di essere davvero se stesso.
Il suo podcast parla d’amore, ed è proprio questo tema a renderlo molto seguito, molto amato. Ho immaginato Lucio guardando ai grandi podcaster contemporanei, quelli che creano un rapporto di affezione fortissimo con chi li ascolta. Anche io, come ascoltatore, vivo il podcast quasi come una compagnia quotidiana.

Eppure, proprio quando sembra aver trovato il suo equilibrio, qualcosa si spezza…
Sì, perché Lucio è molto stressato. Il lavoro, le aspettative, la pressione del successo… tutto questo inizia a manifestarsi fisicamente, soprattutto attraverso la voce. Ed è significativo, perché la voce è il suo strumento di lavoro principale. In alcune situazioni fondamentali per la sua professione, quella voce comincia a tradirlo.
Poi arriva l’incidente, lo scontro con un camion guidato dal personaggio di Chiara Francini, Cecchi Paola. Da lì parte un viaggio forzato che diventa un viaggio di trasformazione. Entrambi i personaggi hanno qualcosa da riparare: lei deve sistemare il camion, che per lei ha un valore non solo lavorativo ma anche simbolico; lui deve rimettere insieme se stesso, perché ha una serata importante entro il 31 dicembre e deve affrontarla al meglio.

Il film è ambientato proprio tra il 30 e il 31 dicembre. Questo tempo ha un valore particolare?
Moltissimo. È bellissimo che la storia sia collocata esattamente in quei giorni. Il 30 dicembre è un momento di attesa, di bilancio, di passaggio. Il giorno dopo c’è qualcosa che deve accadere, e questo crea una tensione narrativa molto forte. È come se il tempo stesso obbligasse i personaggi a fare i conti con ciò che sono e con ciò che vogliono diventare.

Possiamo definire La Voce di Cupido un road movie?
Direi proprio di sì. C’è molta strada, molto camion, e soprattutto dei paesaggi straordinari. Abbiamo girato in Calabria, una Calabria molto selvaggia e bellissima. Abbiamo girato lo scorso inverno e a un certo punto nevicava. Questo ha dato al film un’atmosfera quasi magica.
Il viaggio fisico diventa il pretesto per un viaggio interiore. Insieme a loro incontriamo anche il personaggio interpretato da Michele Rosiello [che interpreta Carlo, un autista di NCC, ndr], e questi tre individui così diversi, quasi bislacchi, si ritrovano a fare un tratto di strada insieme. Ognuno ha una forza esteriore, ma anche delle grandi voragini interiori.

Paola, il personaggio di Chiara Francini, si innamora della voce di Lucio. Questo rimanda a grandi storie romantiche del cinema, ho pensato a Insonnia d’amore dove Meg Ryan s’innamora di Tom Hanks sentendo la sua voce alla radio. Possiamo parlare di una favola moderna?
Assolutamente sì. È una favola romantica e il contesto natalizio amplifica questa dimensione. Anche la messa in scena contribuisce: in alcuni momenti non sembra nemmeno di essere in Italia.
Il regista Ago Panini ha inserito un immaginario quasi americano, tra camion, strade infinite e atmosfere sospese. È una favola con delle sorprese, alcune davvero molto importanti, che spiazzano lo spettatore.

Com’è stato lavorare con Chiara Francini?
Molto bello. Non ci conoscevamo, avevamo solo amici in comune. Lavorare lontano da casa crea una dimensione particolare, più intensa e questo aiuta molto. Chiara è perfetta per quel ruolo, si è divertita tantissimo e ha portato moltissime idee.
È una donna molto colta, usa parole altissime, ma allo stesso tempo ama abbassare il registro, alternare, giocare. Questa combinazione rende il personaggio vivo, divertente e profondamente umano. In scena ci siamo concessi anche momenti di improvvisazione che poi ovviamente non sempre possono restare nel montaggio, ma che arricchiscono il lavoro.

A Capodanno lavorerai o ti concederai una pausa?
No, a Capodanno non lavoro. Me ne vado via. Mi piace essere in mezzo alla strada, in una città che non è la mia. Quest’anno andrò al freddo: Austria, poi Sofia, e infine qualche giorno in campagna vicino Roma per recuperare le energie.

Il 2026 si preannuncia molto intenso per te: la seconda stagione di Vanina per Mediaset, Il commissario Buonvino per la Rai e poi il teatro in primavera con L’amante…
Sì, ci sono tanti impegni: nuove serie, teatro, uno spettacolo nuovo che si incastrerà con le ultime date de Il fu Mattia Pascal. L’inizio dell’anno sarà molto scoppiettante.
Poi c’è sempre l’attesa dell’uscita dei lavori, il desiderio di vederli andare in onda. E c’è la promozione, che richiede tempo ed energia, ma è anche fondamentale perché permette di raccontare i personaggi e i progetti, di dare loro un’anima pubblica.

La Voce di Cupido, trama

La Voce di Cupido, con Chiara Francini, Giorgio Marchesi e Michele Rosiello, per la regia di Ago Panini Racconta la storia di Paola, camionista che a pochi giorni dal Capodanno sta per vincere un’importante gara nazionale. Paola non ha peli sulla lingua e si ostina a trattare con sarcasmo Carlo, un raffinato conducente di NCC. Ma in lei si nasconde un’anima sensibile: è innamorata della voce di Lucio Ricci e del suo podcast La Voce di Cupido. Ed ecco che una mattina Paola fa un incidente proprio con… Lucio! Inizia così un viaggio esilarante tra Paola, Carlo e Lucio, un triangolo sbilenco, alla ricerca di un pezzo per riparare il camion di Paola e soprattutto per ricomporre i pezzi del suo cuore.