Pier Silvio Berlusconi, sta per concludersi un 2025 che possiamo definire memorabile per molti aspetti, a cominciare dal fatto che si è realizzato quello che era il suo grande sogno: una televisione paneuropea.
“Sì, il 2025 per noi di Mediaset, per MediaForEurope, è stato un anno straordinario. Dopo sette anni di lavoro, di determinazione e di coraggio, abbiamo realizzato questa dimensione davvero da multinazionale. Sottolineo: siamo l’unica multinazionale italiana nel mondo dei media. Oggi parliamo a oltre 220 milioni di persone, abbiamo davvero una dimensione che ci dà la spinta per guardare avanti, anche se c’è tanto da fare per rendere tutto un insieme organico che resista anche in un mondo in continua evoluzione”.

Che effetto le fa avere trasformato quella che era un’azienda di famiglia in una grande multinazionale, appunto come ha sottolineato, italiana?
“Da un lato c’è l’orgoglio di avere trasformato, uso la parola che ha usato lei, quello che era un sogno di mio padre anni e anni fa in quella che oggi si può dire una realtà. Dall’altro, però, c’è anche la consapevolezza che il lavoro da fare sarà tantissimo e che sarà molto duro. Ripeto, il mondo dei media è sotto pressione, l’economia europea è in un momento a dir poco delicato. La televisione e i vecchi media sono sotto stress, quindi è anche un atto di coraggio che ci dà un grande senso di responsabilità: dovremo evolvere continuamente, guardare avanti, tesi verso il futuro. Siamo a buon punto, ma il lavoro non è compiuto”.

Anche sotto il profilo dei risultati economici bisogna essere soddisfatti.
“Chiuderemo un 2025 ancora con ottimi risultati. Il nostro mestiere è complicato: la pressione e la concorrenza dei giganti del web si fanno sentire moltissimo. È una concorrenza molto difficile da contrastare per le loro dimensioni, ma anche perché mancano delle regole. Quindi questi signori, le multinazionali digitali, vengono, agiscono, ricavano in Europa e, per esempio, non pagano le stesse tasse delle aziende europee e nazionali. È davvero dura e complicata. Detto questo, noi guardiamo avanti con fiducia: stiamo andando in controtendenza rispetto a tutti i broadcaster, le televisioni e le media company europee che stanno licenziando. Noi stiamo assumendo persone, più di 250 giovani sotto i 30 anni solo nell’ultimo anno tra Italia e Spagna. Io penso che fare l’imprenditore sia questo: orgoglio, ripeto, ma anche tanta tensione verso il futuro”.