PISTOIA – Un percorso espositivo nella carriera non molto nota di Marino Marini pittore, attraverso una selezione di dipinti del maestro pistoiese che torna “a casa” in attesa della futura riapertura del suo Museo.
Fino al prossimo 6 aprile il secondo piano di Palazzo Fabroni, sede del Museo del Novecento e del Contemporaneo di Pistoia, ospita la mostra “Marino Marini: la pittura”, a cura della Fondazione Marino Marini di Pistoia.
Alcune immagini della presentazione alla stampa della mostra “Marino Marini: la pittura” nel Museo di Palazzo Fabroni (fotografie di Andrea Capecchi)
Nato dalla stretta collaborazione istituzionale fra la medesima Fondazione e il Comune di Pistoia e realizzato grazie al sostegno di Fondazione Caript, il progetto intende prima di tutto riconsegnare ai pistoiesi e a tutti i potenziali visitatori una immersiva e colorata selezione di opere di Marino, affondando lo sguardo in uno dei più ricchi capitoli della sua produzione artistica, quello riguardante la pittura.
In secondo luogo, l’esposizione intende rinnovare e ridare impulso al dialogo tra l’opera di Marino e la città di Pistoia, attraverso una rinata collaborazione e un riassetto amministrativo nei rapporti fra la Fondazione Marino Marini e il Comune di Pistoia, che, insieme a Fondazione Caript e alla Direzione regionale Musei nazionali Toscana del Ministero della Cultura, condividono appieno la volontà di garantire le più corrette ed efficaci forme di tutela, studio e valorizzazione del patrimonio di opere e documenti di Marino Marini di cui la nostra città dispone.
“Valorizzare le opere di Marino Marini durante i lavori di manutenzione straordinaria al Palazzo del Tau significa non interrompere, ma anzi rilanciare il rapporto vivo tra l’artista e la sua città – ha evidenziato il sindaco Anna Maria Celesti – questa nuova mostra rappresenta un importante tassello e il primo risultato visibile del protocollo d’intesa sottoscritto all’inizio di dicembre dai soggetti che danno vita al progetto, mettendo al centro della propria azione la tutela e la promozione della straordinaria eredità artistica di Marino”.
“La Fondazione Marino Marini si è finalmente rimessa in cammino – ha sottolineato il presidente Andrea Niccolai – c’è una ritrovata sinergia con il Comune di Pistoia e la Fondazione Caript per promuovere le opere di Marino e per fare di Pistoia la Città di Marino in ossequio al protocollo recentemente sottoscritto. In attesa che il Palazzo del Tau torni a essere visitabile, le sue opere potranno tornare a vivere e ad essere apprezzate dai visitatori anche grazie a questa esposizione: l’idea è quella di mettere in luce e far conoscere una sezione meno nota della sua arte, spesso ingiustamente trascurata rispetto a quella scultorea”.

Scultura e pittura sono state praticate da Marino Marini insieme e durante l’intero corso della sua esperienza artistica, ma a differenza di altri autori che si sono cimentati in entrambe queste arti figurative, il suo pensiero pittorico appare del tutto autonomo e originale e non si configura come una semplice derivazione da quello scultoreo. Senza dubbio i soggetti raffigurati e l’attenzione verso i temi plastici e la rappresentazione del dinamismo sono tutti elementi che avvicinano pittura e scultura nell’opera di Marino, che a partire dai primi anni Trenta ha dialogato in maniera coraggiosa con la più alta linea dell’anticlassicismo europeo, per poi elaborare una pittura originale che nel corso degli anni Cinquanta e Sessanta guarda soprattutto alla riflessione attorno alla forma.
Seguendo un percorso tematico arricchito da alcune fotografie in bianco e nero dello stesso artista, la mostra prende le mosse dai primi esperimenti pittorici di Marino, concentrandosi soprattutto sugli esiti finali della sua sperimentazione in campo pittorico a cavallo tra anni Cinquanta e Sessanta. Nella seconda sala opere di grande formato come “Emozione del gioco” e “La caduta dell’Angelo”, risalenti alla fine degli anni Sessanta, spiccano per il loro forte cromatismo in cui dominano colori vivi e accesi.

Interessanti anche la rielaborazione del tema delle tre Grazie, archetipo di derivazione classica, e le pitture che hanno come soggetti danzatori, ballerini e giocolieri secondo un tema particolarmente caro all’artista. La quarta sala ci colpisce per il bel “Autoritratto” del 1929 inserito insieme ad altri dipinti degli anni Venti e Quaranta che ci mostrano un Marino pittore di paesaggio, in questa fase ancora legato alla pittura post impressionista con alcuni interessanti nudi femminili e paesaggi rurali francesi.
Si passa poi alla serie delle “Composizioni”, figure geometriche in vari colori brillanti che richiamano ai modelli del cubismo e dell’astrattismo, per arrivare poi alla celebre serie dei “Cavalli e cavalieri”, uno dei temi ricorrenti e forse il più noto nella scultura di Marino, che qui viene declinato in ambito pittorico con studi dagli esiti molto interessanti.
Le ultime tre sale presentano altri temi cari a tutta la produzione artistica di Marino come lo studio sui corpi femminili, base per la realizzazione delle proprie Pomone, e le composizioni di diversi elementi che rivelano la grande attenzione dell’artista verso le forme e le figure nel loro intrecciarsi con colori caldi e freddi.
La mostra “Marino Marini: la pittura” è visitabile nei consueti orari di apertura del Museo di Palazzo Fabroni.