«Prendendo atto della decisione di intervenire contro un centro sociale e ribadendo il nostro totale dissenso verso qualsiasi manifestazione violenta, non possiamo che evidenziare l’impatto di una decisione di tale portata con la militarizzazione di un intero quartiere, nel periodo natalizio, con le conseguenze di locali svuotati, disdette di prenotazioni per paura e chiusure forzate in un periodo normalmente vocato agli acquisti e consumi e che rappresenta un reale sollievo per settori comunque in difficoltà sin dal periodo del Covid».
La lettera dei commercianti a prefetto, governatore e sindaco
È la lettera-appello firmata poche ore fa dalle associazioni di categoria torinesi, nello specifico dal presidente di Epat Vincenzo Nasi (l’associazione dei pubblici esercizi, parte di Ascom Confcommercio) e dal presidente di Fiepet Fulvio Griffa (la Federazione italiana degli esercenti pubblici e turistici). Il documento è indirizzato al prefetto Donato Cafagna, al governatore del Piemonte Alberto Cirio e al sindaco di Torino Stefano Lo Russo.
Il disagio del quartiere Vanchiglia
Rappresenta il termometro di una situazione di forte disagio che i commercianti stanno vivendo, proprio nei giorni caldi della cosiddetta «febbre natalizia». Nel quartiere Vanchiglia, dove pochi giorni fa è stato sgomberato il centro sociale Askatasuna di corso Regina Margherita 47, è presente un imponente presidio delle forze dell’ordine. La tensione è aumentata anche a causa del corteo di protesta organizzato sabato scorso.
Reportage
22 Dicembre 2025
I commercianti chiedono sostegni
«Come presidenti di Epat e Fiepet, ci premuriamo di inoltrare la presente alla luce delle problematiche evidenziatesi nell’ultimo week end, all’indomani della chiusura del centro sociale Askatasuna – scrivono nella lettera –. Lo dobbiamo fare per dar voce ai nostri associati nel mondo del pubblico esercizio e non solo della zona Vanchiglia».
Il messaggio è chiaro: nessuna presa di posizione sul merito degli interventi delle autorità, ma un invito a riflettere sulle ripercussioni economiche e sociali che queste misure generano nel tessuto commerciale e imprenditoriale della zona. «Quanto sopra senza in alcun modo volere assumere posizione nei confronti di eventi dettati da necessità sociali, di pubblica sicurezza o legalità, nei cui valori ci identifichiamo con le nostre imprese, come parte viva della società cittadina. Ma il metro del nostro impegno, Vi assicuriamo, sono le critiche che riceviamo per non far abbastanza per la sopravvivenza delle nostre categorie» continua la lettera. Le preoccupazioni degli esercenti e dei ristoratori sono concrete. In pieno periodo natalizio, con incassi vitali per il bilancio annuale, la presenza costante delle forze dell’ordine e il clima di tensione stanno compromettendo il lavoro di molti.
Richiesta di sussidi e collaborazione pubblico-privato
Per questo motivo, le associazioni di categoria sollecitano un provvedimento specifico a sostegno delle attività colpite. Chiedono attenzione e misure concrete per arginare un logoramento definito «preoccupante», che potrebbe protrarsi anche nei mesi futuri. «Esiste la possibilità di un logoramento, così è stata definito, che non fa presagire nulla di positivo anche nei mesi a venire» – si legge nella lettera. «Riteniamo pertanto, oltre a perorare un’attenta valutazione delle esigenze delle nostre categorie, nelle specifiche e pesanti competenze della vostra Autorità, di sollecitare la Vostra attenzione per sostenere l’erogazione concreta di sussidi».