Con Bella la vita a Venezia la Fondazione Querini Stampalia presenta l’intera collezione dei dipinti di Gabriel Bella, l’artista che più di ogni altro ha saputo raccontare la vita della città lagunare del Settecento. Un titolo che gioca su tre linee di racconto: “Bella” come aggettivo e come nome dell’artista; “la vita” perché è la quotidianità della città a farsi protagonista; e “Venezia”, che attraverso queste immagini continua la sua secolare tradizione di autorappresentazione, propaganda e costruzione dell’immaginario collettivo.

Il corpus esposto esalta la magnificenza veneziana e racconta, attraverso le immagini, il mito politico della Serenissima. Non si tratta di un insieme casuale, ma di un progetto iconografico unitario, probabilmente elaborato negli anni Ottanta del Settecento. Oltre alle 69 tele esposte, la mostra presenta alcune incisioni settecentesche del fondo storico della Biblioteca, tratte da Le Arti che vanno per via nella città di Venezia di Gaetano Zompini, e una selezione di preziosi filmati provenienti dall’Archivio Storico dell’Istituto Luce, girati tra il 1929 e il 1956, che ampliano la lettura del contesto storico e aprono a suggestioni contemporanee.

Gabriel Bella (Venezia, 1730 – 1799) lavora in anni in cui l’Ottocento è alle porte e, con esso, un nuovo modo di fissare il reale attraverso la fotografia. Eppure, già alla fine del secolo, il suo sguardo sembra parlare quella stessa lingua. Bella osserva la città con una precisione e una sensibilità quasi fotografica: inquadra, isola, registra. Compone come se avesse tra le mani un obiettivo capace di cogliere movimento e immobilità, folla e dettaglio, eccezionale e ordinario.

La sua apparente ingenuità, quasi fumettistica, diventa una chiave interpretativa per raccontare una società regolata da cerimonie, rituali, feste, mercati e processioni. Bella è un artista che si mescola alla città: un cittadino e un flâneur guidato da una curiosità inesauribile, che attraversa calli e campielli lasciandosi sorprendere dalle scene che gli si offrono. Le sue opere conservano questa energia di scoperta, la stessa di chi trova nella vita urbana un teatro sempre aperto.

Le vedute di Bella sono finestre sul Settecento veneziano: scorci che ancora oggi parlano con sorprendente familiarità. Restituire questa collezione alla città significa ridare forma a una parte della sua memoria visiva, preservando un patrimonio che rischiava di disperdersi. La raccolta Querini si configura come un atlante della “liturgia della meraviglia” su cui la Serenissima aveva costruito il proprio mito.

Il percorso espositivo invita il visitatore a osservare i dipinti non solo come ricostruzioni storiche, ma come immagini che hanno contribuito, nei secoli, a modellare l’identità culturale e il racconto pubblico di Venezia. A completamento della mostra, un ricco apparato didascalico approfondisce temi come architetture effimere, giochi, moda, cibo, mascheramento e artigianato.

Un dialogo a più voci si attiva inoltre tra le tele di Bella e i filmati del Novecento dell’Istituto Luce, restituendo una Venezia vitale e pulsante, in cui sguardi lontani nel tempo tornano a riconoscersi. Inserita nel programma “Le Città in Festa” del Comune di Venezia, la mostra ribadisce il legame profondo tra la Fondazione Querini Stampalia e la città, confermandone la vocazione a essere ponte tra patrimonio e comunità.