ORIA – Il più bel regalo arriva da Oria ed è destinato davvero a tutti. È stato scartato qualche giorno prima del Natale. In anticipo, sì, ma chi ci ha guardato dentro, ha trovato due doni preziosi: l’onestà e la gratuità. Forse merce rara, per questo ancora più necessaria. “Nello stesso punto, in pochi giorni, le telecamere hanno inquadrato due scene diversissime tra loro. Prima l’assalto al bancomat, poi, ieri (lunedì 22 dicembre 2025), Gian Gabriele che si china, trova la busta col denaro e la mette in tasca. Quando ho visto le immagini, ho tirato un sospiro di sollievo: sapevo che il denaro che avevo perso, quasi mille euro in contanti destinato ai fornitori, era in mani sicure”.
Chi parla è l’architetto Alessio Carbone. Mentre Gian Gabriele è Gian Gabriele Dilevrano. Ha una cinquantina d’anni, ma ne dimostra meno. Lo chiamano “lu direttore”, a Oria. È timido e gentile. E, soprattutto, onesto. Lavora da decenni come barman al Bar Kenya, storico locale di piazza Manfredi, “cresciuto”, come si dice da queste parti, dal compianto Mario Ferretti De Virgilis. Si sarà ricordato uno degli insegnamenti di Colui che nasce – per convenzione – il 25 dicembre? Difficile saperlo, ma poco importa. Lo ha applicato alla lettera, quell’insegnamento: la gratuità è compiere del bene senza aspettarsi nulla in cambio.
La vicenda è questa. In tarda mattinata, l’architetto Carbone prepara una busta – di quelle che si usano per riporre alimenti nel freezer – con quasi mille euro in contanti, raccolti nei giorni precedenti. Servono a pagare i fornitori, proprio a ridosso delle festività. Pone la busta nella tasca della giacca, arriva in piazza Lama, parcheggia, scende e sale in studio. Dopo un’oretta si accorge che la busta non è più in tasca. Due più due fa quattro. Chiede a un amico che vive in zona se le telecamere presenti hanno inquadrato la scena di lui che scende dalla vettura.
Sì. Hanno inquadrato tutto, quelle telecamere che già avevano ripreso l’assalto al bancomat: la busta che cade, poi Gian Gabriele che arriva, la nota, si china e la porta con sé. “Sapevo che erano il sicuro, conosco lui come una persona perbene, un gran lavoratore. Chiamo Alessia del bar Kenya (una dei titolari, ndr) e scopriamo che un’ora prima era andato alla caserma dei carabinieri, che dopo aver verbalizzato gli hanno detto di rivolgersi alla polizia locale”. Alla fine, ci sarà anche il tempo di scattare una foto alla “famosa” busta, al momento del pagamento dei fornitori.
E così il denaro è tornato al legittimo proprietario, chi doveva esser pagato è stato pagato, carabinieri e agenti della polizia locale hanno assistito a un evento raro. Non unico, ma raro. Quanti avrebbero fatto la stessa cosa, invece di intascarsi mille euro piovuti dal cielo? Domanda oziosa. Gian Gabriele l’ha fatto. Se al termine del colpo al bancomat di piazza Lama un bandito ha urlato ironicamente il suo augurio per Natale, questo “buone feste” scandito – anzi, attuato – da Gian Gabriele ripaga una comunità.
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