Buongiorno, perché sulle strade extraurbane non si realizzano delle ciclabili per ciclisti in ogni senso di marcia? Basterebbe poco, stringere la carreggiata dei veicoli di 20 centimetri tratteggiare la linea bianca e asfaltare altri 30 centimetri sul lato della banchina, però senza fare cordoli incomprensibili e pericolosi. Sarebbe una cosa fattibile servono solo soldi e voglia di fare sicurezza, per il ciclista, però il ciclista deve stare dentro la linea continua sul lato della strada senza invadere la corsia delle macchine e camion di gente che lavora. Forse si andrebbe poi d’accordo tra ciclisti e chi guida, in certe strade già ci sono, ma sono troppe poche. C’è un ministro delle infrastrutture che pensa sempre a tutto!!! possibile che non gli venga in mente??? Ma forse lui non va in bici, usa il treno. È solo una mio punto di vista, ma credo che sia meno tensione tra le parti e un po’ più sicurezza per i ciclisti
Grazie e buone festa a tutti

Arturo Urbinati 

Grazie Arturo del suo commento. D’accordo quasi su tutto. Mi preoccupa però quel “senza invadere la corsia delle macchine e dei camion di gente che lavora”. Il tono del suo commento è conciliante e va nella direzione di una convivenza che cerchiamo tutti (o quasi), ma la frase – condivisa da molti – lascia spazio a una distinzione che non è ammissibile: non ci sono diritti diversi tra chi lavora e chi non lavora. Nella fattispecie, poi, una squadra in allenamento, sta lavorando.
Ma anche restando in generale il problema di fondo del considerare che in auto la gente lavori è un errore madornale. Intanto non è una distinzione ammessa nel Codice della Strada né nella nostra Costituzione. Solo i mezzi di soccorso possono avere un “diritto in più”, per motivi evidenti.

Potrei anche citarle tante situazioni di automobilisti che si infastidiscono nel vedere ciclisti in strada nel fine settimana. Quanti di quelli (automobilisti) stanno lavorando in quel momento? Insomma, non ci siamo e facciamo attenzione a non inciampare in questi ragionamenti.
Sono sicuro – e lo si capisce dal resto dello scritto – che non fosse polemica l’intenzione del sig. Urbinati che, anzi, invoca una soluzione come peraltro vediamo già da parecchio in molti Paesi europei. La strada è un diritto di tutti, ciclisti compresi. Il Codice della Strada stabilisce diritti e dovere di tutti. Ciclisti compresi.
Ripartiamo da qui. Si chiama cultura.

Strade del Limburgo: un Esempio di convivenza tra ciclisti e automobilisti