Milano, 4 agosto 2025 – Nel vasto e in continua evoluzione panorama dei fenomeni virali sui social network, emerge con forza un trend che ha conquistato l’attenzione soprattutto dei più giovani: Skibidi Boppy. Ma cosa si nasconde dietro questo termine apparentemente privo di senso, che accompagna video assurdi e surreali generati dall’intelligenza artificiale (AI)? Per comprendere la portata del fenomeno e la sua evoluzione, è necessario ripercorrere la sua storia, dagli albori del jazz fino agli ultimi exploit virali su TikTok e Instagram.
L’origine di Skibidi Boppy: dal jazz allo scat singing
Il termine Skibidi Boppy affonda le sue radici in una tradizione musicale che risale agli anni Venti e Trenta del Novecento: lo scat singing. Questa tecnica vocale, utilizzata da grandi icone del jazz come Louis Armstrong ed Ella Fitzgerald, consisteva nell’improvvisare melodie usando sillabe senza significato, trasformando la voce in uno strumento musicale. Lo scat, con i suoi suoni onomatopeici come “shoo-be-doo” o “da-ba-dee”, ha attraversato decenni, mantenendosi un linguaggio libero e creativo al di fuori dei canoni tradizionali della musica popolare.
Nel corso degli anni, questo approccio vocale è stato ripreso e reinterpretato da artisti come John Scatman e, in Italia, da Lucio Dalla, fino a diventare un elemento culturale che ha ispirato anche fenomeni mediatici più recenti. Skibidi Boppy può quindi essere visto come un’ulteriore evoluzione di questa eredità sonora, che oggi vive e si trasforma nell’ecosistema digitale.
Il fenomeno virale: dal singolo russo “Skibidi” alla serie “Skibidi Toilet”
Il vero salto di popolarità è avvenuto nel 2018, quando il gruppo russo Little Big lanciò il singolo Skibidi, accompagnato da un video demenziale e una coreografia immediatamente virale. Il ritornello “Skibidi wap-pa-pa” conquistò oltre 700 milioni di visualizzazioni su YouTube, diventando un classico della cultura meme pre-pandemia.
Nel 2023, l’epopea mediatica si è arricchita con la serie animata Skibidi Toilet, creata da Alexey Gerasimov (DaFuq!?Boom!). Questa produzione, con protagonisti teste umane inserite in WC in una surreale lotta contro misteriosi “Camera Men”, ha rapidamente conquistato il pubblico globale. Diffusa in formato breve su YouTube Shorts, la serie ha raggiunto oltre 65 miliardi di visualizzazioni totali, con una fanbase di 37 milioni di iscritti. La sigla e i motivi vocali richiamano esplicitamente il suono “Skibidi”, rendendolo un jingle riconoscibile e universale.
Skibidi Boppy oggi: il linguaggio dell’assurdo nell’era dell’intelligenza artificiale
Oggi, Skibidi Boppy è diventato un vero e proprio “brainrot” vocale, un codice sonoro che circola massicciamente su TikTok e Instagram, spesso associato a video generati dall’intelligenza artificiale. Grazie a strumenti come Veo 3, il generatore video AI di Gemini (Google AI Pro), è possibile creare clip brevi, per il momento con un massimo di 8 secondi, e di alta qualità, che mostrano scene assurde, surreali: anziani digitali che si tuffano in mare dopo insulti ai giovani, cavalli che eseguono acrobazie impossibili, tifosi disperati per la sconfitta della propria squadra.
L’hashtag #SkibidiBoppy conta milioni di post su TikTok, e le varianti più estreme superano i 200 milioni di visualizzazioni. Questo successo è legato alla capacità di creare contenuti seriali e regionalizzati, con pagine dedicate a “Napoletani artificiali”, lombardi, abruzzesi e calabresi che reinterpretano in chiave AI il fenomeno, generando un effetto virale e un cortocircuito mentale che spinge gli utenti a staccare dal mondo reale per immergersi in un universo di nonsense condiviso.
Questo fenomeno si inserisce nella più ampia categoria dei “brainrot”, ovvero la fruizione compulsiva di contenuti iperstimolanti e privi di senso, che rappresentano una forma di disconnessione e leggerezza tipica della Generazione Alpha.
Un codice universale di spensieratezza
In questi mini-video, l’assurdo è protagonista: qualcuno si tuffa in mare con il laptop ancora acceso, un altro si lancia in un bidone colmo di gelato al pistacchio. Il tutto è preceduto da una frase diventata un tormentone: “Skibidi Boppy”. Un’espressione che non ha alcun significato, ed è proprio questo il suo fascino: è la chiave d’accesso a un universo digitale fatto di leggerezza, caos creativo e pura viralità.
Nonostante l’apparente vacuità, Skibidi Boppy si è radicato come un simbolo generazionale: un suono capace di comunicare disconnessione, ironia e follia in pochi secondi. È una sorta di “sillaba-meme” che sostituisce interi contenuti narrativi o testuali con una semplice esclamazione, un jingle che intercetta il linguaggio post-ironico e post-moderno dei social.
“Skibidi Boppy” è un esempio perfetto di neologismo virale, figlio della cultura brainrot – un termine usato online, spesso con ironia, per descrivere quei contenuti così assurdi o ripetitivi da sembrare dannosi per il cervello, ma che proprio per questo risultano irresistibili. È l’umorismo dell’assurdo portato all’estremo, un nonsense trasformato in fenomeno social.
Skibidi Boppy | Instagram