Non si è mai tirata indietro quando si tratta di raccontare il momento difficile che lei, Bruce Willis e tutta la famiglia stanno passando da quando, nel 2022, all’attore è stata diagnosticata l’afasia primaria progressiva, prima di ricevere una diagnosi più specifica di demenza frontotemporale, nel 2023. A settembre 2025, Emma Heming Willis ha pubblicato un libro, Il viaggio inaspettato, in cui parla apertamente della malattia del marito e, in queste settimane che precedono il Natale, l’autrice ha affidato al suo blog omonimo una lunga riflessione su come lei e la famiglia affrontano il periodo delle Feste, da quando la malattia ha preso il sopravvento.

Il racconto di Emma Heming Willis: «Quello spazio può essere doloroso»

Sposata con Bruce Willis dal 2009, lei e l’attore condividono due figlie, Evelyn Penn Willis (11 anni) e Mabel Ray Willis (13 anni). Sul suo blog, Emma Heming si definisce «moglie, madre, matrigna, sostenitrice e cofondatrice di Make Time Wellness, organizzazione dedicata alla salute mentale delle donne» facendo riferimento anche alle tre figlie adulte che Willis condivide con l’ex moglie Demi Moore, Rumer, Scout e Tallulah. Parlando quindi di come la famiglia tutta affronti il Natale convivendo con la malattia dell’attore, Heming racconta: «Momenti che un tempo portavano una gioia semplice possono arrivare aggrovigliati in una rete di dolore. Lo so perché lo sto vivendo. Eppure, nonostante ciò, tutto può ancora avere un significato».

Continua l’imprenditrice: «Ho imparato che le festività non scompaiono quando la demenza entra nella tua vita. Cambiano» ha scritto Heming, sottolineando come il dolore non riguardi solo la prematura scomparsa di qualcuno, ma anche la convivenza con una malattia che che rende la perdita «ambigua». Parlando di come vivevano le festività prima della malattia, l’autrice racconta che Bruce Willis «adorava questo periodo dell’anno: l’energia, il tempo trascorso in famiglia, le tradizioni. Era il tipo che preparava le frittelle, quello che andava sulla neve con i bambini, la presenza costante che si muoveva per casa durante il giorno». Il fattore più destabilizzante, racconta Heming, è che «la demenza non cancella quei ricordi, ma crea uno spazio tra il passato e il presente. E quello spazio può essere doloroso».