Si tratta di una patologia diffusa sia nei bambini sia negli adulti, in aumento negli ultimi anche a causa della maggior diffusione delle malattie allergiche. Ma quali sono le cause e quali le terapie? Ne parliamo con il dottor Giuseppe Aresi, otorinolaringoiatra dell’Unità di Otorinolaringoiatria del Policlinico San Pietro, diretta dal dottor Mario Papalia.

Dottor Aresi, che tipo di malattia è la rinosinusite?

«Uno stato di infiammazione della mucosa nasale e dei seni paranasali, che può essere o meno associato alla presenza di anomalie anatomiche tra cui deviazione del setto nasale e/o a polipi nasali. La rinosinusite può essere classificata in acuta, quando si risolve nell’arco di 30 giorni ed è in genere conseguente a un raffreddore; cronica, se sintomatologia dura almeno 12 settimane».

Come si manifesta?

«I sintomi tipici sono ostruzione respiratoria nasale, secrezioni nasali mucose o mucopurulente, alterazione di olfatto e gusto, a volte dolori al volto e cefalea. In passato la cefalea era considerata un segno diagnostico di sinusite, ora sappiamo che la correlazione cefalea-sinusite non è sempre vera».

Ma quindi come si fa a distinguere da un normale raffreddore?

«Il sospetto in genere, viene posto se dopo 7-10 giorni la sintomatologia non migliora, con la persistenza di ostruzione respiratoria nasale, secrezioni mucose nasali ed eventualmente anche con la comparsa di dolori al volto».

Quali sono le cause della rinosinusite?

«I meccanismi alla base sono multifattoriali e comprendono: ostruzione degli osti, determinata da fattori anatomici o da episodi infiammatori nasosinusali ripetuti; alterazione del trasporto mucociliare, condizione congenita o acquisita (come nel caso di infezioni ricorrenti o in fumatori), che determina il ristagno di secrezioni nasali e sinusali favorendo sovrainfezioni batteriche e/o virali; alterazioni del muco nasale, a causa di frequenti infiammazioni e ristagno di muco, che diventa molto più viscoso».

«Fondamentale, per la terapia, è la collaborazione tra otorinolaringoiatra, pneumologo, allergologo, dermatologo, reumatologo, gastroenterologo, il medico di medicina generale e il pediatra. La rinosinusite cronica, infatti, può essere associata a patologie concomitanti come asma bronchiale ed allergie»

Quali esami servono per diagnosticare la malattia?

«Fondamentale è una visita specialistica otorinolaringoiatrica accurata. Oltre alla vista, l’endoscopia nasale e laringea a fibre ottiche è un accertamento diventato ormai indispensabile. Mininvasivo e indolore, adatto anche ai più piccoli, permette di valutare l’anatomia delle cavità nasali e della laringe ed evidenziare la presenza di quadri patologici. In casi particolari, l’otorinolaringoiatra può richiedere accertamenti come la TC e/o risonanza magnetica del massiccio facciale».

Qual è la terapia?

«Fondamentale, per la terapia, è la collaborazione tra otorinolaringoiatra, pneumologo, allergologo, dermatologo, reumatologo, gastroenterologo, il medico di medicina generale e il pediatra. La rinosinusite cronica, infatti, può essere associata a patologie concomitanti come asma bronchiale ed allergie. Inoltre, ai fini di una terapia più mirata – che può essere medica, locale e sistemica, oppure chirurgica – è fondamentale differenziare le diverse tipologie di rinosinusite in funzione delle cause, con particolare attenzione anche alla presenza o all’assenza alterazioni anatomiche nasali e di polipi nasali. Nella forma acuta la terapia è generalmente di tipo medico, mentre nei quadri cronicizzati, dopo aver eseguito gli adeguati accertamenti, in casi selezionati, può essere necessario ricorrere alla chirurgia».