di
Giacomo Valtolina
Giada D’Antonio debutterà nello slalom di Semmering: «Fiera della mia storia, vengo dalla città come Tomba, uno dei miei idoli»
Domenica sarà al cancelletto di partenza della Coppa del Mondo in Austria. A sedici anni. Giada D’Antonio, talento napoletano classe 2009, gareggerà nello slalom di Semmering. Metà partenopea, metà colombiana (e soprannominata la «pantera» per le sue movenze), è cresciuta ai piedi del Vesuvio, a San Sebastiano. Palestra sciistica sugli Appennini, a Roccaraso, Sci club Vesuvio. «È come un sogno».
Il suo debutto internazionale, un mese fa, era già stato clamoroso, meglio persino della regina Shiffrin. Prima gara internazionale, pettorale 82: vittoria. Alla seconda, bis immediato, con gara gestita, al comando, sotto la neve battente. Poi ancora vittorie, prodigiosi recuperi, coetanee lasciate indietro di otto secondi. Talento puro, determinazione da veterana, cazzimma da emergente. Sull’esordio sfrontato dice: «Avevo un po’ di ansiella (sic), ma osservando le avversarie, ho capito che si poteva fare». Adesso già si parla di Olimpiadi, in un Paese ancora scottato dal caso Lara Colturi, che a 19 anni primeggia con la tuta dell’Albania.
Una napoletana 16enne in Coppa del Mondo: pronta a essere la guastafeste?
«Spero che la mia storia possa essere un’ispirazione, che faccia ricredere molti: anche una ragazza cresciuta al Sud ce la può fare. Sono fiera di portare con me la mia città e il mio accento. I problemi ci saranno, ma da atleta devo imparare subito a convivere con le pressioni. In squadra, però, non sento discriminazioni né pregiudizi».
Tomba, Vonn, Colturi: i suoi modelli hanno fatto della diversità una bandiera.
«Mi piace la forza di chi riesce a dimostrare chi è. Tomba è nato in città come me, in un mondo di atleti di montagna. Vonn ha continuato a gareggiare e vincere a 41 anni, contro il parere di tutti. Libera come è riuscita a sciare anche Lara, nonostante le pesanti critiche per la sua scelta».
Debutto tra le grandi: le Olimpiadi non sono un miraggio…
«Io ascolto le voci sul mio futuro come se non fossero su di me. Mi mette una po’ di paura sentirne parlare come fosse già scritto… Ci sono tante compagne infortunate, per questo c’è spazio nel team».
Vonn, la rincorsa olimpica di Brignone: oltre il talento c’è il lavoro. E la testa.
«Vedere questi esempi mi rasserena: ho ancora tanti anni di carriera. Devo fare esperienza, gestire le gare che andranno male a livello mentale. Finora ho seguito il talento, ma da due mesi mi sono trasferita in Trentino per allenarmi, scoprendo i sacrifici di questa vita. Prima andavo a Roccaraso nei weekend…».
Da Napoli a Predazzo, un bel salto…
«Sì, amo la montagna per sciare. Ma non amo le passeggiate con il freddo. Mi manca l’aperitivo con le amiche, lo shopping in via Toledo. Studiavo allo scientifico sportivo ora, qui, Finanza e Marketing».
Che tipo è Giada?
«Una ragazza precisa, voglio sempre essere impeccabile. La manche perfetta con me non esiste. Sono testarda, anche a scuola: se non riesco, mi impegno il doppio. E non guardo agli altri: sono abituata a correre solo contro me stessa».
Passioni?
«Il ballo, la salsa, il rap americano contemporaneo. E poi, il cibo: la parmigiana di melanzane».
Come si vivono le pressioni a casa?
«La mia famiglia è un porto sicuro, con papà Fabio (dentista ndr) e mamma Sandra, che mi ha seguita in Trentino, non parliamo mai di sci. Sono fuori dall’ambiente, e anche il fatto che il cugino di mio padre sia il presidente dello sci club è solo una coincidenza».
Ha incontrato qualcuno dei suoi miti o campioni di oggi?
«Il mio idolo Shiffrin a Ushuaia. Con Lara Colturi, invece, vincevamo in categorie diverse. La guardavo cercando di rubarle segreti. Non vedo l’ora di incontrarla in pista».
24 dicembre 2025
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