di
Daniela Polizzi

Leonardo Maria Del Vecchio ha rilevato il 30% de Il Giornale e sta trattando l’acquisto del gruppo QN: «Nasce Lmdv Media, modello basato su firme, autorevolezza e indipendenza: no a destra e sinistra, voglio costruire un polo slegato dalla politica»

Perché i giornali? «L’editoria è un’infrastruttura del Paese e la qualità dell’informazione è un vantaggio competitivo e democratico, non un residuo del passato». Leonardo Maria Del Vecchio attraverso il suo family office Lmdv Capital, piattaforma italiana di investimenti, ha appena stretto un accordo per acquistare il 30% de «Il Giornale». E ora tratta in esclusiva la maggioranza nel polo editoriale Quotidiani Nazionali. Intanto, il gruppo ieri ha costituito la Lmdv Media dove entreranno i capitali destinati all’editoria.

Perché un imprenditore di 30 anni, con un family office che punta a tecnologia e marchi guarda all’editoria?
«Proprio perché la tecnologia e la valorizzazione dei marchi editoriali possono fare da volano a un settore che deve guardare al futuro con un nuovo progetto che metta sempre al centro le persone. Il mio impegno è quello di un imprenditore, con grande senso di responsabilità, guidato da un obiettivo: investire e costruire valore per l’Italia».



















































Dopo il no di Gedi alla vendita a Lmdv di «La Repubblica», collocata più a sinistra, perché «Il Giornale», quotidiano di destra?
«Un anno fa Lmdv Capital ha stanziato gli investimenti per debuttare nell’editoria. Prima è arrivata la cessione di Gedi e intanto si preparava l’operazione su “Il Giornale”. È stata solo una questione di opportunità, non di scelte politiche. Il mio desiderio è costruire un polo italiano dell’informazione, slegato dai colori della politica. No destra o sinistra, per il futuro dei nostri figli e dell’Italia. Per farlo, con il mio team, abbiamo già individuato e stiamo coinvolgendo manager, esperti e firme autorevoli, capaci di guidare, nei ruoli strategici, lo sviluppo e il consolidamento del progetto. Questo investimento è frutto del lavoro fatto con presone come il nostro ad Marco Talarico e il consigliere Gabriele Benedetto che ha un’esperienza profonda nella costruzione di piattaforme digitali».

La sua mossa ha spiazzato il settore.
«L’editoria ha bisogno di una nuova forza, anche per ristabilire il collegamento con i giovani che cercano informazione ma nei posti sbagliati. Vorrei che questi giovani tornassero a sfogliare i giornali di carta sporcandosi le mani di inchiostro. Il nostro obiettivo è applicare al settore i principi che guidano il mio family office: posizionamento e marchio. Poi io amo le firme che sanno unire rigore, indipendenza e capacità di leggere il cambiamento. Non mi interessa un giornalismo “contro” o “per”, bensì un modello che informi i lettori. I fatti prima di tutto poi saranno le persone a farsi la propria opinione».

Qual è il progetto?
«Il nostro è un piano industriale di ricostruzione del motore. Vedo un modello basato su tre pilastri: il valore dei giornalisti, delle firme autorevoli e indipendenti e la tecnologia come infrastruttura al loro servizio. Poi, nuovi ricavi, più sofisticati e meno dipendenti dalla sola pubblicità tradizionale. Bisogna mettere al centro le redazioni con strumenti, formazione, organizzazione, tempo per approfondire, per crescere nuovi talenti; ricostruire un prodotto digitale competitivo con dati e personalizzazione; rivedere la pubblicità che deve essere meno “concessionaria”, più basata su soluzioni integrate e misurabili».

Pensa di avere buoni ritorni sull’investimento?
«È ovvio che non punto a grandi ritorni. La mia è più una responsabilità civica. Ma la spinta più grande è sempre quella personale: ho una figlia che crescerà in un mondo in cui l’informazione farà la differenza. Voglio sapere che qualcuno oggi si prende la responsabilità di costruire un ponte tra passato e futuro, con i mezzi e la forza per farlo».

A quali modelli si ispira?
«Al Financial Times che ha costruito un modello centrato sugli abbonamenti, a Le Monde e al New York Times che ha ampliato il perimetro unendo notizie, digitale e lifestyle. Sono realtà che hanno saputo evolversi realtà che hanno saputo evolversi mantenendo identità, credibilità e sostenibilità».

Adesso trattate in esclusiva l’acquisto della maggioranza di Qn..
«Possono solo dire che è un progetto diverso. Nel capitale de Il Giornale siamo entrati in una partnership con Tosinvest, che ci vede in minoranza».

Valutate altre opportunità?
«Valuteremo con attenzione le evoluzioni del mercato. Lmdv Capital è disponibile a confrontarsi su progetti seri, industriali e di lungo periodo per l’editoria italiana».

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24 dicembre 2025