di
Fabrizio Dividi

Il titolo che ha aperto l’82° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia anticipa l’uscita ufficiale in sala sbarcando al cinema dal 25 dicembre al 1° gennaio

La Grazia è il regalo «mattutino» del Natale 2025. Con una sorpresa tanto gradita quanto inconsueta, il film di Paolo Sorrentino che ha aperto l’82° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e la cui uscita ufficiale è prevista per il 15 gennaio, sbarca nelle sale italiane nei giorni che vanno dal 25 dicembre al 1° gennaio. A Torino, i cinema che lo proporranno nei loro matinée (ma ci saranno anche alcune proiezioni nella notte di San Silvestro) sono The Space Cinema Parco Dora (tutti i giorni), Cinema Nazionale (dal 26 al 31) e Uci Cinemas Lingotto e Moncalieri (dal 26 al 28). Naturalmente, su tutte, le anteprime del territorio sono tra le più attese perché proprio tra Torino e Moncalieri il film è stato girato nelle sue scene più significative.

Il successo annunciato

Per The Guardian «La Grazia è un film elegante, raffinato e meditativo»; «Un film meraviglioso, che ti cattura e non ti lascia più andare», commenta Screendaily, e in cui, scrive Deadline, «Sorrentino abbandona la stravaganza raggiungendo una nuova maturità artistica». Insomma, a quattro mesi dalla première veneziana, La Grazia si candida a diventare uno dei successi della stagione in Italia e, considerando la positiva accoglienza della critica straniera, anche all’estero.



















































Il film racconta di un immaginario Presidente della Repubblica interpretato da Toni Servillo, premiato con la Coppa Volpi a Venezia, alle prese con riflessioni in merito all’istanza di due grazie che provocheranno dilemmi giuridici, ma soprattutto morali, nel protagonista e nello spettatore. «Questa — aveva commentato Paolo Sorrentino alla Mostra — non è solo una storia d’amore tra il protagonista e la moglie Aurora, scomparsa qualche anno prima, ma in senso più ampio per la figlia, interpretata da Anna Ferzetti, per le istituzioni, per il diritto. Il tutto declinato in un modo di fare politica sempre più inattuale, fatto di dubbio e responsabilità. E proprio l’esercizio del dubbio è una delle qualità ormai poco frequentate che dovrebbe avere un politico: nella prima Repubblica si chiamava immobilismo, ma penso sia la conditio sine qua non per prendere decisioni su argomenti molto delicati come le richieste di grazia».

Le location torinesi

Con un elogio del dubbio e della lentezza che si insinua in quello spazio stretto tra cuore e ragione e non ti abbandonano più, La Grazia deve parte del suo fascino agli spazi che la racchiudono, lontano dal rumore di fondo della realtà ma non per questo meno distante da essa. Per esempio nei giardini ampi e simmetrici del Castello di Moncalieri, presenza complice che stimola e accompagna i pensieri più intimi del presidente Mariano De Santis. O nelle sale auliche di Palazzo Chiablese, per l’occasione trasformato in un credibile Palazzo del Quirinale, dove la penna che deve firmare o meno la grazia gira come l’ago di una bussola tra le mani del presidente. E in luoghi come l’Accademia delle Scienze — che al suo primo sopralluogo ha saputo guadagnarsi un «wow» di stupore da parte di Paolo Sorrentino —, e il cortile di Palazzo Reale, teatro di una delle scene più oniricamente «sorrentiniane» del film. Con pari dignità, ci sono anche il carcere delle Vallette e la bocciofila La Tesoriera che, senza retorica demagogica, fanno da contraltare semantico all’austerità dei palazzi del potere.

Prodotto da The Apartment, società del gruppo Fremantle, con Numero 10 e PiperFilm e con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte, La Grazia conta anche un’importante presenza piemontese tra maestranze e cast. A cominciare dalla moncalierese Linda Messerklinger che interpreta una delle richiedenti la grazia presidenziale; e di Roberto Zibetti nei panni di un segretario del Presidente che, con poche battute e qualche sguardo scambiato con Toni Servillo, ci regala un raffinato e ironico ruolo di contrappunto. A tutto questo, e a molto altro, una visione mattutina «da festival» non potrà che aggiungere fascino ed empatia.


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24 dicembre 2025