di
Luigi Ferrarella
È il giorno dell’interrogatorio dei sei indagati (compresi l’ex assessore e lo sviluppatore immobiliare) per cui la Procura chiede l’arresto. Incrocio decisivo col verdetto sulle Torri di Crescenzago
Anche se tutti oggi guarderanno al VII piano del Tribunale di Milano gli «interrogatori preventivi» dei 6 indagati (compresi il dimissionario assessore all’Urbanistica Giancarlo Tancredi e lo sviluppatore immobiliare Manfredi Catella) per i quali la Procura sta chiedendo l’arresto al gip Mattia Fiorentini per ipotesi di corruzione, induzione indebita e falso nelle dichiarazioni sui conflitti di interesse, in realtà la vera notizia della giornata potrebbe arrivare sempre al VII piano ma da un’altra poco distante stanza di un’altra giudice: quella che dovrà decidere se rinviare a giudizio o prosciogliere altri 6 indagati per l’ipotesi di lottizzazione abusiva delle «Park Towers» a Crescenzago, due torri di 23 e 16 piani alte 81 e 59 metri, uno stabile alto 10 metri, 113 appartamenti, 50 box e 50 posti auto, sulle ceneri di due demoliti fabbricati di soli due piani e un piano.
INCHIESTA URBANISTICA MILANO, GLI INTERROGATORI IN DIRETTA
Banco di prova per i pm
In passato già tre cantieri più piccoli hanno passato la fase del rinvio o della citazione diretta a giudizio, ma oggi l’importanza della decisione sta nel fatto che la gup Alessandra Di Fazio dovrà affrontare quasi tutte le maggiori questioni che punteggiano anche il filone più recente (e più “politico” per il riverbero che ha avuto sul coindagato sindaco Beppe Sala): la nozione di ristrutturazione contrabbandata per i pm per autorizzare in realtà nuove costruzioni, il ricorso (per i pm illegittimo) a una «Scia – Segnalazione certificata di inizio attività» sostitutiva di un permesso di costruire, la lamentata assenza di piani attuativi e di valutazioni dell’aggravio di carico urbanistico (parchi, strade, fognature, acqua, luce, gas, asili), l’impropria o corretta monetizzazione degli standards. Dunque uno stop brusco a tutte le varie inchieste urbanistiche dei pm se ci sarà proscioglimento, un forte rinforzo alle iniziative giudiziarie ambrosiane se ci sarà rinvio a giudizio.
Doppio Bezziccheri
Tra le due vicende c’è anche un punto di contatto nell’indagato costruttore delle «Park Towers», Andrea Bezziccheri, destinatario della richiesta di arresto nell’altro fascicolo nel quale davanti al gip Fiorentini avrà oggi l’«interrogatorio preventivo» (introdotto dalla legge Nordio) al pari del dimissionario assessore Tancredi, dell’imprenditore Catella, dell’ex presidente della Commissione Paesaggio comunale Giuseppe Marinoni, dell’architetto Alessandro Scandurra, e dell’imprenditore Federico Pella (che ieri ha dismesso incarichi nella società «J+S»). E proprio la posizione di Bezziccheri mostra quante sfrangiature possa avere la ricerca del contenitore giuridico entro il quale racchiudere la realtà fotografata dalle indagini della GdF milanese.
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La Procura, infatti, nel contestare all’architetto Scandurra, membro della Commissione Paesaggio, di non essersi astenuto in 9 occasioni nelle quali sarebbe stato in (non dichiarato) conflitto di interessi per incarichi ricevuti da costruttori di cui concorreva a esaminare i progetti in Commissione, addita 5 mancate astensioni su progetti di Bezziccheri, dal quale Scandurra ha avuto parcelle per 279.000 euro (e 205.000 da uno studio di architettura collegato): piazza Aspromonte, Salomone 77, Grazioli 59, Park Towers, East Town.
Contraddizione in atti
Tuttavia nel capo d’accusa (dove la datazione «nelle sedute del» resta appesa senza le specifiche date, e dove un refuso ingarbuglia anche il complessivo riferimento finale «Milano, fino dal 2019 fino al 31/12/2024») si coglie una contraddizione tra quanto la Procura indica a pagina 18 sul progetto East Town a Lambrate (Scandurra «ometteva di astenersi») e quanto invece ricostruisce a pagina 386 («si asteneva nella seduta del 5 maggio 2022») e a pagina 392 («si asteneva nella seduta del 23 febbraio 2023»). Sul progetto di via Salomone 77 l’imputazione contesta l’omessa astensione di Scandurra, ma la richiesta di arresto lo segnala astenuto in quasi tutte le sedute (compresa quella finale del parere «favorevole» il 14 dicembre 2023), eccetto una seduta intermedia il 15 dicembre 2022. Sul progetto di via Grazioli 59 l’imputazione coincide con la descrizione dell’accusa; mentre quella sul grattacielo di piazza Aspromonte è istruttiva dell’ambigua labilità dei parametri che nei regolamenti ambrosiani prescrivevano cosa, per i membri della Commissione Paesaggio, fosse conflitto di interesse da dichiarare o no.
È infatti vero che Scandurra non aveva incarico da Bezziccheri; è però anche vero che in una chat del 7 luglio 2022, valorizzata dai pm, chiedeva indicazioni all’assessore Tancredi spiegandogli di essere stato «coinvolto» nel progetto; termine che, mesi fa al Tribunale del Riesame, la difesa di Bezziccheri aveva asserito dipendesse dal fatto che Scandurra aveva esplorato (come progettista di un altro cantiere non di Bezziccheri) la possibilità di traslare sull’altra zona taluni oneri di urbanizzazione che Bezziccheri stava trattando con il Comune su piazza Aspromonte.
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23 luglio 2025 ( modifica il 23 luglio 2025 | 10:20)
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