CORINALDO Nicolas Di Leo a caccia dell’elisir di lunga vita. Il 29enne originario di Corinaldo ha lasciato l’Italia per condurre le sue ricerche. «Da bambino ero appassionato di videogiochi – spiega il giovane ricercatore -. Oggi vedo l’invecchiamento come il boss finale del gioco della vita: nessuno l’ha mai sconfitto, ed è questo che mi spinge a provarci». Attraverso un percorso decisamente poco lineare, è passato dalle Marche ai principali poli internazionali della ricerca biomedica, tra Europa e Stati Uniti, per affrontare una delle sfide più ambiziose e complesse della biologia: lo studio e il rallentamento del processo di invecchiamento.
La parabola
Cresciuto a Senigallia, dove ha studiato, Nicolas è passato dall’essere “l’ultimo della classe” al liceo a diventare un appassionato di biologia, del funzionamento e dell’ottimizzazione del corpo umano, interesse che l’ha spinto a iscriversi all’Università. Dopo una breve formazione in Italia, ha scelto di proseguire gli studi all’estero, maturando esperienze di studio e ricerca a Copenaghen, Stoccolma e Cambridge. Oggi sta svolgendo un dottorato e lavora a Boston, considerata la mecca del biotech, dividendosi tra il recentemente inaugurato Istituto di Chimica Organica e Biochimica e il Massachusetts General Hospital, ospedale affiliato alla facoltà di medicina di Harvard. Il suo ambito di lavoro è la biologia della longevità, una disciplina che non si limita a studiare come allungare la durata della vita ma, soprattutto, come migliorarne la qualità.
In altre parole, si occupa di comprendere perché le cellule invecchiano, cosa va fuori equilibrio con il passare del tempo e se sia possibile intervenire su questi meccanismi per prevenire malattie legate all’età, come disturbi metabolici e degenerativi. Non solo vivere più a lungo ma anche bene. Nel suo laboratorio, insieme a un team di esperti provenienti da tutto il mondo, Nicolas lavora allo sviluppo di nuovi farmaci in grado di simulare gli effetti benefici e pro-longevità.
L’obiettivo è lanciare una compagnia farmaceutica dedicata alla ricerca di terapie per malattie non prevenibili, come quelle genetiche o, appunto, l’invecchiamento stesso. Si tratta di un tipo di ricerca ancora rara e di nicchia, che può essere perseguita quasi esclusivamente in Paesi fortemente orientati al rischio e all’innovazione, dotati di un ecosistema biotech maturo e di ingenti finanziamenti, come gli Stati Uniti. Tutti gli italiani incontrati nei laboratori, frequentati dal giovane ricercatore, concordano nel dire che tornerebbero volentieri nel proprio Paese, se le condizioni lo permettessero.
La divulgazione
Accanto al lavoro di ricerca, Nicolas Di Leo è attivo nella divulgazione scientifica. È co-conduttore del LifeX, uno dei podcast italiani più seguiti sui temi di salute, nutrizione e longevità, con centinaia di episodi e ospiti internazionali. «Amo semplicemente la vita e voglio prolungare questo viaggio il più possibile – si racconta -. Per me, una buona vita è definita dalla sua durata e dalla sua piacevolezza e ritengo che una salute ottimale sia un fattore determinante in entrambi i casi».