A causa di un video diventato virale a inizio ottobre, la carriera di Francisco Galván sembra essere giunta al termine. Circa tre mesi fa, sui social era stato pubblicato un filmato (postato qui sotto) che riprendeva il corridore spagnolo saltare ripetutamente uno spartitraffico in discesa durante un allenamento, un’azione che, oltre a mettere a rischio la sua incolumità, violava le norme di sicurezza stradale. Dopo quel video, la sua squadra, l’Equipo Kern Pharma, aveva annunciato che avrebbe preso provvedimenti disciplinari contro il 28enne, che nonostante avesse un contratto con il team fino a fine 2026, nelle scorse settimane non è stato confermato nella rosa per la prossima stagione, venendo di fatto licenziato. Un licenziamento che ha avuto conseguenze importanti su Galván, che con un post sul proprio profilo Instagram ha raccontato com’è cambiata la sua vita negli ultimi mesi.

Quest’anno ho dovuto vendere la mia auto dopo essere stato espulso dalla squadra – scrive il 28enne – Sono uscito dal concessionario e sono tornato a casa a piedi. È stato allora che ho capito quanto velocemente possono cambiare le cose. Da allora mi alleno vestito di nero. Non per estetica, ma perché è così che mi sento. Eppure la gente mi riconosce, mi ferma, mi fa domande. E io sorrido, ma dentro di me provo vergogna. Vergogna per aver fallito. Per aver deluso i miei genitori. La mia gente. La mia ragazza, che è stata l’unica a sostenermi quando tutto stava crollando”.

“Non scrivo questo per suscitare compassione o per giustificare qualcosa – prosegue lo spagnolo – Ho sbagliato. Un errore ha delle conseguenze e le sto pagando. Chiedo scusa a chiunque si sia sentito coinvolto”. L’ex corridore della Kern Pharma fa intendere che la sua carriera è praticamente finita: “Lasciare la bicicletta non mi fa male. Ho vissuto il ciclismo come volevo: al massimo, con il cuore, senza mezze misure. Ciò che mi fa male è sentire di aver deluso i miei cari. Questa è la cosa più difficile. Oggi non dico addio. Mi fermo e basta. Respiro. E vado avanti, come posso, ma con i piedi per terra. Perché la vita non sempre ti lascia scegliere la strada, ma ti lascia scegliere come percorrerla”.