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Sebbene Putin continui a ripetere che la Russia stia avanzando lungo tutto il fronte in Ucraina, lo scenario reale non corrisponde minimamente a queste convinzioni. Il presidente russo evidenzia successi parziali cercando di rafforzare la posizione di Mosca in un eventuale negoziato: l’obiettivo dichiarato è ottenere la totalità del Donbass, che l’Ucraina non intende cedere.
APPROFONDIMENTI
I report ‘taroccati’
La sicurezza nei proclami di Putin, in realtà, è dovuta anche dai dati che gli vengono forniti: spesso si tratta di stime non corrette o gonfiate, che spingono il presidente russo a elaborare un quadro che non coincide con la situazione sul campo.
Il Financial Times, in particolare, sulla base delle testimonianze di due funzionari, afferma che i report consegnati a Putin sono sistematicamente ‘taroccati‘: vengono ampliati i numeri relativi alle perdite ucraine, viene enfatizzata la superiorità della Russia in termini di uomini e mezzi, si passa oltre sulle scelte strategiche errate. Gli ultimi esempi arrivano direttamente dalle relazioni del generale Valeri Gerasimov, comandante delle forze armate, e dal ministro della Difesa, Andrei Belousov: in entrambi casi, Putin ha ricevuto aggiornamenti estremamente positivi tra conquiste effettuate e altre imminenti.
La grande illusione
I report avrebbero dipinto un “quadro roseo” e, sostanzialmente, illuso il Capo di Stato: il presidente ritiene che l’Ucraina sia sul punto di crollare e che la Russia possa realmente centrare gli obiettivi. Tuttavia, lo scenario viene giudicato totalmente infondato da chi analizza il conflitto quotidianamente: secondo l’Institute for the study of war (Isw), think tank americano che monitora le operazioni belliche, afferma che al ritmo attuale la Russia impiegherebbe almeno altri due anni per conquistare il solo Donbass.
Negoziati lontani ed economia in pericolo
Questi report filtrati però condizionano pesantemente la linea del Cremlino, che chiede di spingere ulteriormente sull’acceleratore per arrivare ad una vittoria ritenuta imminente. Inoltre, il sentore di vittoria allontana eventuali negoziazioni, ormai non più vista come una priorità da inseguire a tutti i costi.
Oltre al lato bellico, il presidente si confronta con persone di fiducia sull’economia del proprio Paese: in questo caso, i report rispecchiano maggiormente la situazione reale e definiscono la guerra “un peso crescente”. Il Washington Post ha recentemente puntato una luce verso l’allarme di un funzionario russo: «una crisi bancaria non può essere esclusa».
Oltre a questo, una fonte accademica vicina ad alti diplomatici del Cremlino ha spiegato al quotidiano americano che il prossimo anno sarà il «primo anno difficile» dall’inizio dell’invasione.
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