Larea dining e il lungo tavolo con assi di legno naturale nellarea più riparata del rooftop. Il tavolo e le sedienbsp...

L’area dining e il lungo tavolo con assi di legno naturale nell’area più riparata del rooftop. Il tavolo e le sedie  sono state acquistate in un mercatino locale. Vasi in terracotta antichi.Photo Michael Gardenia

Il Salento come protagonista del progetto

Ludovica Serafini riconosce al Salento una particolarità unica: «Non ha a che vedere con la quantità di sole, ma è piuttosto come la luce riverbera sulla pietra calcarea che si trova solo qui, e caratterizza tutti gli edifici storici. Hanno proporzioni bellissime, anche i più umili; in questo territorio, che ha goduto di prosperità economica legata alla produzione di olio lampante, la storia è ovunque», spiega. «Progettare a km zero è perciò fondamentale». L’uso dei materiali si rifà al vocabolario dell’artigianato locale: pareti dipinte a calce, una reinterpretazione del cocciopesto in cemento chiaro a terra, e poi legno, ferro, lino, cotone grezzo. Gli interni sobri e minimalisti sono incorniciati da scenografiche volte e pochi arredi essenziali completano la scena: lo spazio è costruito per sottrazione, lasciando che sia la vita a completarlo.

Il padrone di casa Alessio Manca.

Il padrone di casa, Alessio Manca.Photo Nicolas Quiniou

La parete della cucina è il proseguimento del setto che porta luce al living. Il suo bancone frontale permette a chi sta...

La parete della cucina è il proseguimento del setto che porta luce al living. Il suo bancone frontale permette a chi sta ai fornelli di non rimanere isolato, rendendo l’ambiente vivo e funzionale. Topper in marmo-travertino.Photo Michael Gardenia

Le tende permettono di modulare la luce e trasformare lo spazio in un piccolo teatro.

Le tende permettono di modulare la luce e trasformare lo spazio in un piccolo teatro.Photo Michael Gardenia

«L’obiettivo del restauro di Palomba e Serafini era elevare la qualità degli spazi, rispettando l’identità originaria del luogo», racconta il padrone di casa, Alessio Manca. «Sebbene il punto di partenza fosse già buono, con gli architetti abbiamo capito che potevamo spingerci oltre: aprire nuovi varchi, alzare le porte, permettere alla luce di muoversi con maggiore continuità e creare una connessione fluida tra gli ambienti».

Una terrazza che regala luce

Ma è arrivando alla terrazza che la casa rivela la sua natura. «Quando sali le scale quello che ti aspetti – quello che cerchi – è luce», dice l’architetto. «Dentro la struttura in ferro e vetro l’aderenza alla variazione atmosferica è totale». Al contempo, le tende su tutti i lati permettono di modulare l’ombra, come racconta ancora il padrone di casa, «e di trasformare lo spazio in un piccolo teatro, quando serve».