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Redazione Sport
Il centrocampista ha parlato ai microfoni di Sky Sport: «Il mio sogno è fare di tutto per vincere quest’anno. Maignan è fortissimo, spero che rimanga. Leao è già cambiato»
Tra gli uomini chiave di questo inizio di stagione del Milan, uomo di Massimiliano Allegri, metronomo del centrocampo rossonero. Adrien Rabiot è un fattore di questo Milan partito per centrare un piazzamento nella prossima Champions League ma che ora, con un solo punto di ritardo dall’Inter capolista, sogna lo scudetto.
Rabiot ne ha parlato ai microfoni di Sky Sport: «Finire tra i primi quattro è l’obiettivo generale del club e lo sappiamo. Personalmente, punto a qualcosa di più grande, perché non è che se puoi ottenere dieci ti puoi accontentare di sei o sette». Il francese ha poi lanciato la sfida: in caso di tricolore, non esclude di farsi un tatuaggio: «Il mio sogno è fare di tutto per vincere quest’anno e poi di continuare a crescere, perché ci sono sempre margini. Non ho tatuaggi ma potrei farne uno se dovessimo vincere il campionato. Sarebbe un tatuaggio ancora più importante. Mi ritengo una persona che ragioni molto prima di fare le cose. E, sì, per una vittoria del genere potrei proprio pensarci».
Rabiot ha parlato del rapporto con Allegri: «Conosciamo tutti Allegri: è bravo, è molto importante per una squadra avere un allenatore così bravo a livello sia di calcio, sia umano. Incide molto sulla nostra testa. Sappiamo che il calcio non è solo una questione di gambe e questo il mister l’ha capito da tanto. È vero, con lui c’è un rapporto diverso: mi ha parlato da subito molto, mi ha aiutato a livello della mentalità. Lui mi capisce, a volte anche senza parlare. Non capita con tutti. Il mio soprannome “Cavallo Pazzo”? Non abbiamo parlato tanto della sua passione per i cavalli ma lo so che gli piace ovviamente. Questo soprannome a me piace! L’hanno ripreso tutti i tifosi, è bello».
Sul futuro di Maignan: «Lui mi ha parlato anche tre, quattro anni fa: ha provato a farmi venire al Milan. È un amico ma soprattutto è un giocatore forte, fortissimo: portieri così sono pochi nel mondo del calcio. Poi su tutto quello che c’è intorno a questo io non entro, ma come giocatore del Milan ovviamente spero che rimanga perché è difficile da sostituire. Abbiamo bisogno di lui, abbiamo visto in questo inizio di campionato cosa può fare, come anche lui possa decidere le partite. Non so cosa succederà ma è al Milan da tanti anni ed è uno che conta per il club e per la sua storia». E Leao? «È giusto dire che anche lui ha potenzialità: è forte, l’ha dimostrato. Ma da quello che ho visto quando sono arrivato adesso, è già cambiato. A livello dell’atteggiamento in campo già c’è qualcosa di diverso e tutto inizia da qui: deve mantenere questo aspetto».
24 dicembre 2025
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