Dalla ritenuta sulle fatture alla flat tax estesa: cosa c’è nel testo della Legge di Bilancio per le partite IVA. Focus sulle principali novità approvate in Senato
Partite IVA, la Legge di Bilancio 2026 non fa sconti e le novità al debutto dal nuovo anno sono accomunate da un unico fine: si va verso una nuova stretta in ottica anti-evasione.
La ritenuta sulle fatture B2B è la misura più controversa: partirà dal 2028 e rappresenta una vera e propria forma di “tassazione anticipata” e complicazione per tutte le partite IVA.
Nel testo della Legge di Bilancio 2026 approvato dal Senato trova spazio la stretta per i professionisti che percepiscono compensi dalla Pubblica Amministrazione: in caso di debiti con il Fisco, sarà prioritario saldare i conti.
Sempre nel filone delle misure per il contrasto all’evasione, è attesa al debutto la liquidazione IVA automatica, in parallelo alla stretta in materia di compensazione per i contribuenti con debiti iscritti a ruolo.
Unica nota positiva è la conferma della flat tax per dipendenti e pensionati fino a 35.000 euro di reddito. Sfuma invece l’estensione del forfettario fino a 100.000 euro.
Partite IVA, la Legge di Bilancio 2026 stringe le maglie: liquidazione automatica per giocare d’anticipo sui controlli
Contribuire ai saldi di bilancio e dare il via a una nuova stagione di controlli contro l’evasione fiscale: la Legge di Bilancio 2026 che il 23 dicembre ha incassato il primo via libera da parte del Senato è poco clemente con le partite IVA.
L’approccio alle attività professionali e d’impresa è tutt’altro che morbido e, tra le novità, il comma 111 dell’articolo unico della Manovra introduce una procedura automatizzata di liquidazione dell’IVA in caso di dichiarazioni omesse o incomplete.
L’Agenzia delle Entrate potrà “giocare d’anticipo” e, anche mediante procedure automatizzate, potrà calcolare l’IVA utilizzando i dati a propria disposizione in caso di mancato invio della dichiarazione annuale.
Si attingerà ai dati delle fatture elettroniche emesse e ricevute, dei corrispettivi trasmessi e alle informazioni desumibili dalle LIPE (le comunicazioni trimestrali di liquidazione), per quantificare il debito del contribuente.
Il calcolo effettuato dal Fisco verrà comunicato al contribuente, che avrà 60 giorni di tempo per fornire ulteriori elementi e chiarimenti (indicando ad esempio il credito IVA pregresso), o pagare le somme dovute unitamente alle sanzioni per omesso versamento e agli interessi applicati.
In assenza di feedback, le somme saranno iscritte a ruolo e quindi in pratica passeranno nelle mani dell’Agenzia delle Entrate Riscossione.
Partite IVA: ritenuta B2B al via dal 2028, fuori chi sceglie il concordato
Discusso e controverso, il comma 112 della Manovra 2026 conferma l’avvio della ritenuta per le operazioni B2B.
Dal 2028, all’atto del pagamento delle fatture elettroniche sarà necessari applicare una ritenuta pari allo 0,5 per cento, che dal 2029 passerà all’1 per cento.
Dalla norma sono escluse le partite IVA affidabili agli occhi del Fisco. Chi sceglierà il concordato preventivo biennale o il regime dell’adempimento collaborativo verrà escluso dalle novità. Esclusi anche i pagamenti eseguiti con ritenuta automatica dell’11 per cento effettuata da banche e da Poste Italiane ai fini dei bonus edilizi.
Dal punto di vista pratico sarà l’Agenzia delle Entrate a individuare le modalità applicative, ma quel che è certo è che si rischia di creare una complicazione di non poco conto per le partite IVA interessate.
Compensazioni per le partite IVA con debiti fiscali, la soglia si riduce
Eliminata la stretta in materia di compensazione dei crediti agevolativi, la Legge di Bilancio 2026 non risparmia i contribuenti con debiti iscritti a ruolo.
Il comma 116 del testo licenziato dal Senato interviene sulla soglia prevista per poter accedere alle compensazioni di crediti nelle deleghe di pagamento da parte di contribuenti con importi iscritti a ruolo per imposte erariali e relativi accessori.
Dalla soglia di 100.000 euro si scende a 50.000 euro, con la sola eccezione dei crediti relativi a contributi previdenziali e premi INAIL.
Fatture elettroniche, crediti delle partite IVA nelle mani dell’Agenzia delle Entrate Riscossione
Anche la Riscossione potrà giocare d’anticipo nel contrasto all’evasione.
La Legge di Bilancio 2026 prevede l’avvio di un piano potenziato per l’utilizzo della mole di dati che transitano giornalmente sui canali del Fisco e, guardando in particolare alle fatture elettroniche, non è da meno la novità che coinvolgerà anche l’Agenzia delle Entrate Riscossione.
Con una modifica a quanto previsto dall’articolo 1, comma 5-bis del decreto legislativo n. 127/2015 in materia di conservazione e utilizzo dei dati delle fatture elettroniche, si dispone che dal 2026 l’Agenzia delle Entrate potrà mettere a disposizione dell’AdER i dati relativi alla somma dei corrispettivi delle fatture emesse da debitori iscritti a ruolo e loro coobbligati nei sei mesi precedenti nei confronti di un medesimo soggetto.
L’obiettivo è consentire analisi mirate all’avvio di procedure esecutive presso terzi.
Fatture PA, professionisti prima alla cassa per pagare i debiti fiscali
Nel panorama delle novità che interessano le partite IVA, non è da meno la stretta per i professionisti che collaborano con la Pubblica Amministrazione.
Per la generalità delle somme rientranti nell’alveo dell’articolo 54 del TUIR, e quindi i redditi di lavoro autonomo, dovute agli esercenti arti e professioni per l’attività professionale dai medesimi svolta, anche in favore di persone ammesse al gratuito patrocinio a spese dello Stato, dal 15 giugno 2026 i pagamenti saranno subordinati al saldo delle somme dovute all’Erario.
Anche in caso di importi fino a 5.000 euro, le amministrazioni pubbliche e le società a prevalente partecipazione pubblica dovranno verificare prima del pagamento delle fatture se il beneficiario risulta inadempiente all’obbligo di versamento di somme derivanti da una o più cartelle esattoriali, di qualunque ammontare.
In caso affermativo, e quindi in presenza di debiti iscritti a ruolo non saldati, scatterà il pagamento diretto in favore dell’AdER, fino a concorrenza del debito risultante dalla verifica, e successivamente del beneficiario, nel limite delle somme eventualmente eccedenti.
La Manovra quindi non fa sconti alle partite IVA, e segna l’avvio di un nuovo equilibrio nel rapporto tra obblighi e adempimenti.
Partite IVA, flat tax per dipendenti e pensionati inalterata nel 2026
Tra le poche note positive della Legge di Bilancio 2026, è bene evidenziare che resta inalterato il perimetro della flat tax.
Il limite di reddito che consente a dipendenti e pensionati di aprire partita IVA applicando il regime fiscale agevolato resta fissato a 35.000 euro. La soglia ordinaria di 30.000 euro subisce un nuovo rialzo in deroga, anche se limitato a una sola annualità e quindi esclusivamente per il 2026 (così come avvenuto nel 2025).
Niente da fare invece per la richiesta di portare la soglia generale del forfettario a 100.000 euro. La flat tax del 15 per cento non cambia perimetro.