Anche il mondo degli anime non è certo esente dalla nostalgia. Negli ultimi anni, infatti, si vedono sempre più spesso remake di serie storiche del passato, com’è successo ad esempio per Ushio e Tora, Lamù e, restando in tema di Rumiko Takahashi, anche per Ranma ½. La nuova versione animata della storica commedia a base di arti marziali ha debuttato su Netflix nel 2024 con una prima stagione, mentre da poco si è conclusa la seconda.

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Entrambe le stagioni portano il conteggio degli episodi a un totale di 24, in un rifacimento piuttosto fedele al manga originale per quanto riguarda il susseguirsi degli eventi e la caratterizzazione dei personaggi. Arriveranno sicuramente anche una terza e probabilmente anche una quarta e forse quinta parte, dato che c’è ancora molto da adattare dell’opera creata dalla geniale Rumiko Takahashi, ma per il momento vi parlo delle mie impressioni su queste prime due stagioni di Ranma ½.

Un ragazzo e una ragazza… nello stesso corpo

Ranma rappresenta una tappa fondamentale nella storia di manga e anime, come del resto molte opere firmate da Rumiko Takahashi. In particolare Ranma ½ e Lamù hanno contribuito a definire un vero e proprio modello di commedia per il fumetto e l’animazione giapponese, mescolando romanticismo, azione e un cast di personaggi talmente ricco da rendere ogni vicenda imprevedibile. Gran parte delle opere romantiche venute dopo devono, anche solo in modo indiretto, qualcosa all’immaginario creato dall’autrice.

Ranma ½ è senza alcun dubbio una delle sue produzioni di maggior successo: iniziata come manga nel 1987, durò per ben 38 volumi concludendosi nel 1996 dopo quasi dieci anni di serializzazione. L’opera divenne un successo internazionale anche grazie all’anime, giunto in Italia sulle solite TV regionali e su Telemontecarlo; o almeno, io ricordo di averlo seguito lì e di essermi appassionato tantissimo ai personaggi e ai folli scontri di arti marziali che animavano la vicenda.

Ranma donna
Il nuovo stile dell’anime di Ranma presenta dei tratti più morbidi e colori più accesi.

L’opera nasceva come una sorta di parodia dello shōnen tradizionale, intrecciata a una commedia romantica in odore di “harem” e arricchita dall’inconfondibile umorismo di Takahashi, spesso basato su continui equivoci. L’intuizione davvero brillante fu quella di introdurre la trasformazione dei personaggi attraverso il meccanismo dell’acqua calda e fredda, espediente che ampliò enormemente le possibilità comiche e narrative della serie. Per farvi capire l’importanza di Ranma, in DanDaDan, tra i migliori anime usciti di recente, c’è un personaggio che cita apertamente la suddetta opera proprio attraverso una trasformazione basata sulla temperatura dei liquidi.

Le vicende del protagonista eponimo e di suo padre, Genma, da tutti amato nella sua forma di Panda, il rapporto di odio e amore con Akane Tendo e tutto il resto del cast sono tornati con la stessa forza storica di un tempo in questa nuova serie animata distribuita da Netflix in Italia; serie che, nonostante appaia molto fedele al manga originale, presenta qualche piccola differenza, specialmente nella parte visiva.

Un remake che serviva

Se c’è un buon motivo per seguire il nuovo Ranma ½, oltre al fattore nostalgia, è il fatto che finalmente stavolta ci sarà la possibilità di vedere adattata tutta l’opera. Le due stagioni uscite finora seguono alcune delle saghe più belle e divertenti dell’opera: la sfida di arti marziali di pattinaggio, l’arrivo di Shampoo, l’introduzione di Ryoga, Ukyo e altri personaggi e, nelle ultime puntate della seconda parte, anche la famosa rappresentazione teatrale di Romeo e Giulietta interpretata da Ranma e Akane. Quello, nell’anime degli anni ’90, era tra i miei archi preferiti, e devo dire che il rifacimento mi è parso molto curato.

Oltre alla comicità, l’altro punto di forza di Ranma sono i suoi personaggi, molti dei quali ancora oggi memorabili per la loro splendida caratterizzazione a base di esagerazioni e stranezze. Penso alla perseveranza di Kuno nel corteggiare Akane e la versione femminile di Ranma, alla simpatia di Genma trasformato in panda con i suoi cartelli, senza contare la leggendaria mancanza di senso dell’orientamento di Ryoga (che molti, me compreso, continuano a usare come punto di riferimento per indicare le persone più distratte).

Ranma e Akane
Ranma e Akane ci erano mancati, insieme a tutto il resto del cast.

Le animazioni di Studio Mappa sono ottime come sempre (ormai è praticamente ovunque), e anche le sequenze d’azione fanno il loro dovere, nonostante l’anime non sia incentrato sui combattimenti. Mi fa un po’ strano il doppiaggio in giapponese dopo aver ascoltato per anni le voci italiane, ma come sempre anche questo aspetto è superlativo, e ci si abitua velocemente. L’unico punto che mi ha lasciato qualche perplessità riguarda il design dei personaggi, decisamente meno “audace” rispetto alle versioni originali, sia animate sia cartacee.

Il fanservice e le nudità – elementi che nell’opera di Takahashi avevano soprattutto una funzione comica – sono stati ridimensionati in modo evidente, ed è un peccato se questa scelta nasce dal timore di non allinearsi alle politiche di piattaforme come Netflix, anche perché certe caratterizzazioni appartengono da sempre al DNA di Ranma ½ e contribuiscono a molte delle sue gag più memorabili.

Per un attimo ho persino temuto che eliminassero Happosai, simbolo di quell’umorismo sfacciato tipico degli anni ’80, ma per fortuna non è accaduto. Spero tuttavia che il suo ruolo e le sue abitudini più sopra le righe non vengano attenuate oltre misura: il contesto della serie è dichiaratamente caricaturale, e censurare certe situazioni sarebbe davvero un controsenso.


Alcuni dei personaggi di Ranma sono indimenticabili, come Genma Saotome e la sua trasformazione in panda.

Al di là dei suddetti dubbi, il nuovo Ranma ½ ha dimostrato, già nelle prime due stagioni tutta la forza di un’opera che ha segnato in modo profondo il mondo dei manga e degli anime. Molti dei suoi personaggi restano archetipi ancora oggi riconoscibili, modelli che hanno influenzato innumerevoli serie successive, mentre la comicità conserva brillantezza anche a distanza di anni; spero davvero che le nuove generazioni possano scoprirne la bellezza dell’opera attraverso questa serie animata.

Ranma 1/2 è disponibile su Netflix.

Cambiano i tempi e le generazioni, ma Ranma ½ dimostra di avere una forza che supera senza problemi il passare del tempo. Le sue gag e i suoi magnifici personaggi appaiono ancora oggi divertentissimi e non sfigurano affatto rispetto a serie simili più moderne, alle quali hanno anche qualcosa da insegnare. Peccato soltanto per un character design dai tratti più morbidi, meno in linea con la vecchia serie, e per un lieve smorzamento dei toni in alcune scene più audaci. Ciononostante il fulcro dell’opera, fatto di situazioni assurde e personaggi sopra le righe, è rimasto intatto.