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Anna Paola Merone
L’attrice napoletana racconta il suo grande amore: «Mi baciò la mano e mi disse che il padre era un mio fan. San Valentino è tutti i giorni»
Ripubblichiamo l’intervista di Anna Paola Merone a Maurisa Laurito, pubblicata a febbraio, una delle più apprezzate dalle nostre lettrici e dai nostri lettori nel 2025
«San Valentino? Non l’ho mai festeggiato. Io e Pietro non abbiamo bisogno di ricordarci quanto ci amiamo. E, comunque, detesto tutte le feste comandate: quella della mamma, del papà, dei nonni, degli zii, dei cugini, dei parenti stretti e di quelli lontani… Non le sopporto, credo siano la mercificazione dei sentimenti. E continuo a pensare che per due persone che si amano San Valentino vada festeggiato quotidianamente».
Marisa Laurito è legata sentimentalmente da 24 anni a Pietro Perdini. E hanno stabilito un ménage che ruota intorno a case diverse — lei è fra Roma e Napoli, lui a Brescia — e a due stili di vita differenti. Pietro è un imprenditore, in pensione, che ha seguito per anni la sua azienda e lei una figura di primo piano del mondo dello spettacolo.
Partiamo dall’inizio. Come vi siete conosciuti?
«Io ero da poco separata da mio marito, Ciccio Cordova. Era stato un matrimonio più che veloce e io ero davvero molto molto giù. Renzo Arbore mi propose di uscire, io ero tristissima e lui dovette costringermi. Eravamo insieme con Luciano De Crescenzo e, dopo cena, andammo in un bar. Io volevo andare a casa, ma non ci fu verso. Lì c’era Pietro: di ritorno da un viaggio, anche lui avrebbe preferito non uscire ma era stato trascinato da un amico. Ci siamo conosciuti così. Lui mi baciò la mano e mi disse che suo padre era un mio grande fan. Io sussultai, non era proprio una cosa da dire. Ma devo ammettere che gli lasciai il mio numero di telefono».
Era scoccata una scintilla?
«Ci siamo piaciuti abbastanza immediatamente, poi abbiamo incominciato a frequentarci, a parlare. E così abbiamo avuto la certezza che l’intuizione che avevano avuto era giusta. Ci siamo innamorati».
Ma mai sposati.
«Non credo ci sia necessità. Ci siamo conosciuti ad una certa età… Il matrimonio serve per difendere i deboli e noi non abbiamo questa esigenza. Il matrimonio è una forma, noi abbiamo la sostanza».
Come siete organizzati fra i chilometri di distanza e gli impegni diversi?
«Io sto andando a Brescia, dove resterò per una settimana. Lui poi tornerà con me a Napoli, dove dirigo il teatro Trianon Viviani. Questa è la nostra vita e le nostre case sono di entrambi. Nessuna divisione».
A Pietro piace Napoli?
«Lui la adora. Viviamo al centro storico, vicino al teatro, nella Napoli vera. Ce ne andiamo molto in giro, passeggiamo… Ogni volta che dobbiamo fare un viaggio incominciamo a sognare il Messico, poi pensiamo all’America e poi alla fine lui dice ’’andiamo a Napoli’’».
In Mina Settembre, dove lei ha un ruolo di rilievo, si innamora di un uomo che si rivelerà essere gay. E comunque a lui si dichiara senza esitazioni, come una ragazzina.
«Oltre al successo del personaggio è importante ricordare il gruppo di lavoro straordinario e affettuoso di questa produzione: ci vogliamo bene, ci sentiamo spesso. Serena Rossi è una persona speciale, lo è anche Giuseppe Zeno e la regista Tiziana Aristarco. E questo conta molto per la buona riuscita di un lavoro. In quanto all’amore, penso che ci si possa innamorare a tutte le età. Anche a a 90 anni. L’amore è un sentimento, è una scintilla. Parlare di sesso e basta non serve a nulla. E poi il sesso si fa in modo diverso da 90enni, se c’è la persona giusta. La scintilla dell’amore, la poesia che porta l’amore lo si può provare a qualsiasi età. E dunque anche zia Rosa finisce per esserne travolta».
Il regalo più bello che le ha fatto Pietro?
«L’amore. Poi certo ci sono tanti regali, ma il dono più bello è che siamo innamorati e, anche dopo 24 anni, il sentimento che proviamo è forte. Ci amiamo punto e basta».
La gelosia?
«Ma no, nessuna gelosia. Ci viviamo con grande libertà e rispetto. Il nostro è un amore molto bello, maturo, semplice. Spesso ci si chiede ‘’come potrò incontrare una persona da amare?’’. È più semplice di quello che sembra. Basta trovare la persona giusta».
Detta così appare davvero facile, ma anche lei è inciampata in un matrimonio sbagliato, finito dopo tre mesi.
«Capita anche di fare scelte sbagliate, che però al momento sembravano giuste e non davano quella sensazione di errore. Io ero giovane e il problema è che ero innamorata. Poi i caratteri non erano quelli giusti per stare insieme… Ma penso che nell’amore, a meno che non ci sia un fetente o una poco di buono, non ci siano grandi colpe se poi tutto finisce. Il segreto è incontrarsi e avere caratteri compatibili e poi amare i difetti dell’altro. A me i difetti che ha Pietro fanno ridere. Non li trovo neanche difetti».
E raccontiamoli questi difetti.
«Faccio anche fatica a individuarli…. Ecco, lui subito si appiccia, come si dice a Napoli, prende fuoco. A me questa cosa fa ridere moltissimo, e comunque dopo tre minuti gli passa».
E quali sono, invece, i suoi difetti?
«Io pure ne ho diversi. Innanzi tutto sono parecchio impegnativa. Ho sempre molte cose per la testa, non riesco mai a stare tranquilla, sono nata entusiasta, non so dire di no».
Anche lui ride di questo?
«Lui di questa cosa è più che altro affaticato non ce la fa a starmi sempre dietro. Ma basta amare l’altro per quello che è e per come è».
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25 dicembre 2025
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