Scoperto ad Agliana (Pistoia) un focolaio di influenza aviaria di piccole dimensioni in un allevamento domestico di polli. La Regione ricorda che i casi di trasmissione all’uomo sono molto rari, ma è importante adottare comportamenti corretti: evitare di toccare uccelli selvatici o animali da cortile, soprattutto se morti o in difficoltà, non raccogliere carcasse e avvisare i servizi veterinari. Per chi possiede animali da cortile, è necessario limitare il contatto con uccelli selvatici, utilizzare guanti e calzature dedicate e mantenere l’igiene delle mani prima e dopo il contatto con gli animali.
Minaccia globale?
La nuova pandemia potrebbe arrivare dal cielo. L’influenza aviaria è l’indiziata numero uno da diversi anni come spauracchio pandemico. La sua diffusione sta preoccupando l’Oms Europa e l’Ecdc, che ha registrato un forte aumento dei casi di H5N1. Isabella Monne (Izs delle Venezie) spiega che siamo di fronte a una «panzoozia», l’equivalente della pandemia nell’uomo: il virus, oggi altamente aggressivo, è arrivato in tutti i continenti, adattandosi a climi diversi, dal gelido all’arido.
«La diffusione a livello geografico dell’influenza aviaria è senza precedenti, non perché sia inatteso che un virus influenzale dell’aviaria possa muoversi anche lungo distanze molte lontane – è infatti associato ai volatili e si muove in volo – ma quello che sta succedendo ci mette di fronte ad un virus altamente aggressivo. Prima viaggiavano con i volatili selvatici virus pressoché innocui, oggi con il sottotipo H5 è tutto diverso – spiega Isabella Monne, dirigente veterinario Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie – Questo virus è stato in grado di adattarsi progressivamente ai volatili selvaggi migratori e con loro ha viaggiato a livello globale. Oggi siamo di fronte ad una ‘panzoozia’, che è nel mondo l’equivalente della pandemia nell’uomo. Il virus dell’influenza aviaria è arrivato in tutti i continenti, anche in Oceania dove a novembre ci sono stati casi in un’isola sub Antartica che appartiene all’Australia, ma ha colonizzato climi diversi dal gelido all’arido. Affrontiamo quindi una situazione che ci mette alla prova con scenari molto diversi anche in termini di disponibilità nell’affrontare i rischi».