di
Alessandra Muglia

La strategia del Cremlino: bombe anche a Natale e negoziato «sempre aperto». Anche se, secondo analisti citati dal New York Times, l’intenzione è quella di dire no al nuovo piano di pace

Tanti auguri, ma senza regali sull’Ucraina dove le bombe russe sui civili non si sono fermate nemmeno la notte di Natale. Quali (drammatici) propositi riservi Vladimir Putin per il 2026  lo si può intuire anche dalle parole del suo portavoce Dmitri Peskov: il presidente ha inviato un telegramma di auguri a Trump, ha dichiarato oggi ai giornalisti Dmitri Peskov,  puntualizzando anche che per ora nessuna schiarita è all’orizzonte sulla guerra in Ucraina, dopo i colloqui dell’altra settimana a Miami dell’inviato russo Dmitriev con Steve Witkoff e il genero di Trump, Jared Kushner. «Stiamo analizzando ciò che Dmitriev ha trasmesso a Putin, stiamo analizzando questo materiale e poi, a seconda delle decisioni che prenderà il capo dello Stato, continueremo la nostra comunicazione con gli americani».

Prende tempo, Mosca, e smentisce le indiscrezioni di Bloomberg secondo cui il Cremlino avrebbe chiesto modifiche al piano degli Stati Uniti per la fine della guerra in Ucraina. «È una fake news» ha negato su Telegram la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova.  



















































Tuttavia anche il New York Times ritiene che la Russia si stia preparando a respingere il nuovo piano di pace di Stati Uniti e Ucraina, anche nella nuova versione annunciata la vigilia di Natale da Zelensky, con la nuova apertura del presidente ucraino. Si dice disponibile a ritirare l’esercito dalla parte del Donbass che ancora controlla, ma solo se lo farà anche la Russia, liberando una porzione di territorio equivalente per la creazione di una «zona demilitarizzata». Una condizione che Mosca potrebbe non accettare, dato che chiede da sempre la cessione completa del Donbass e ha sempre escluso un ritiro, anche parziale, dai territori che occupa dopo l’invasione.

Zelensky ha presentato la nuova proposta come un ragionevole compromesso rispetto al piano di novembre – troppo sbilanciato a favore dei russi – che prevedeva sostanzialmente la resa dell’Ucraina. La versione rivista include le garanzie di sicurezza che Kiev chiede per prevenire future aggressioni russe, nonché i piani per ricostruire la nazione devastata dalla guerra. Ma è improbabile – spiega il New York Times – che il Cremlino lo accetti, incoraggiato com’è dai progressi di Mosca sul campo di battaglia (oggi ha rivendicato la conquista di un’altra località nel Donetsk, Sviato-Pokrovskoe) e frenato dalla difficoltà di vendere il nuovo piano al pubblico russo come una vittoria.

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Perché Mosca può permettersi di rifiutare il piano?

Nonostante l’invasione abbia per i russi un costo altissimo, sia in termini economici che umani, il Cremlino sembra ancora credere di poter ottenere di più combattendo

L’economia russa è al suo punto più debole dal 2022, con tassi di interesse a livelli record e tassi di crescita che scendono verso la recessione. 

Ma nonostante le sanzioni imposte dall’Occidente, per gli analisti  il Paese è ancora lontano dal tipo di crisi economica che costringerebbe il Cremlino a cambiare rotta. La Russia occupa circa tre quarti della regione di Donetsk. Al ritmo attuale della loro avanzata, le forze di Mosca impiegherebbero circa 18 mesi per conquistare l’intera regione.

Perché la Russia sta ancora negoziando?

Secondo gli esperti, la Russia è interessata a mantenere aperto il tavolo del negoziato soltanto per mantenere un rapporto di collaborazione con Washington ed evitare di assumersi la piena responsabilità del conflitto in corso. Mosca è interessata inoltre a evitare ulteriori sanzioni o altre restrizioni economiche da parte di Washington. Le sanzioni imposte e minacciate a ottobre da Trump ai due giganti petroliferi russi, Rosneft e Lukoil, hanno costretto il Paese a vendere il suo petrolio a prezzi significativamente più bassi. 

Terzo motivo: il tira e molla sulle possibili condizioni di pace aggrava ulteriormente le spaccature tra l’Ucraina e i suoi alleati occidentali. Secondo i commentatori, è probabile che gli scontri diplomatici sui termini di pace continuino mentre la guerra prosegue. «Putin non ha alcuna intenzione di porre fine alla guerra contro l’Ucraina e non è pronto a scendere a compromessi, nemmeno minimi, in questa fase», assicura Volodymyr Fesenko, un analista con sede a Kiev, in un post su Facebook. «Per il Cremlino, discutere del piano di pace di Trump è puramente un gioco tattico con gli Stati Uniti per mantenere relazioni costruttive con l’attuale presidente americano, provocando allo stesso tempo attriti e contraddizioni tra Stati Uniti e Ucraina».

25 dicembre 2025 ( modifica il 25 dicembre 2025 | 14:23)