di
Alessandra Muglia

Nei suoi video la ministra della Cultura critica la maggioranza. Il rivale socialista Gregoire accusa: messa in scena. La sindaca Hidalgo ironizza: se condannata ti vestirai da guardia carceraria

La ministra della Cultura francese Rachida Dati, sopravvissuta a quattro premier in un anno, è in pole position per la più stabile poltrona di sindaco di Parigi (il mandato è di sei anni), soprattutto grazie a una serie di video che stanno spopolando sui social, facendo quasi dimenticare lo scandalo che la vede coinvolta (è indagata per un corruzione, su una consulenza per Renault quando era eurodeputata).  

Lasciati nell’armadio i suoi eleganti tailleur griffati, l’ex guardasigilli di Sarkozy, oggi sostenuta oltre che dai Républicains (LR) anche dal MoDem di Bayrou, compare ora in felpa, jeans e scarpe da ginnastica mentre entra nei bar a parlare con la gente; oppure la si vede in piumino bianco e guanti incontrare al mattino presto i lavoratori del mercato di Rungis: e non si limita a stringere mani e ascoltare lamentele ma aiuta a caricare le merci e sale sui camion per «consegnare a ristoranti e negozi di Parigi e vedere tutti gli ostacoli che i fattorini affrontano da Rungis ». In uno dei suoi video più virali (oltre 5 milioni di visualizzazioni su X, 4 milioni su Instagram e quasi 2,4 milioni su TikTok), la si vede di notte, con addosso una divisa gialla e verde da netturbino, salire sul retro di un camion e raccogliere la spazzatura per trasmettere un semplice messaggio: «Con me, Parigi sarà pulita! Sette giorni su sette, ventiquattro ore su ventiquattro. I parigini sono stufi della sporcizia della loro città. Non aspettano più promesse, aspettano risultati».



















































Video dal sapore populista che puntano a denunciare le presunte carenze nelle politiche di Anne Hidalgo, sindaca socialista della capitale dal 2014, in materia di mobilità, alloggi, pulizia, sicurezza… «Ci sono posti dove la sinistra non va più. Io vado ovunque, ogni settimana», si vanta nei suoi volantini e filmati, che ogni volta raccolgono centinaia di migliaia di visualizzazioni, sia che visiti case popolari mal tenute o che entri con decisione nel tunnel sotto Les Halles dove i senzatetto occupano abusivamente.

I video della ministra rompono con le convenzioni e contrastano con quelli della sua campagna del 2020, molto più misurati: in questa campagna in stile reporter di strada, Rachida Dati sembra essersi ispirata a Zohran Mamdani e alla sua comunicazione innovativa, ironica e spontanea che l’ha spinto a vincere la corsa di sindaco, da sconosciuto che era.

In risposta, la sinistra si indigna e critica. Il candidato socialista Emmanuel Grégoire,  che è riuscito a radunare i comunisti e i verdi dietro la sua candidatura in un accordo senza precedenti al primo turno, la accusa di «eccessi costanti», «pura messa in scena» e «cruda demagogia ». C’è chi risponde con ironia, come il senatore comunista di Parigi Ian Brossat: «Quando la signora Dati avrà finito i suoi TikTok e avrà smesso di vestirsi da netturbina, potrebbe per favore tornare al Ministero della Cultura per lavorare (un po’) e giustificare le sue (ingenti) indennità ministeriali?», si chiedeva su X il 6 dicembre.
Al Consiglio comunale di Parigi, Anne Hidalgo e i rappresentanti della maggioranza cercano di contrattaccare ricordando instancabilmente a tutti che Rachida Dati dovrà comparire davanti al tribunale penale dal 16 al 28 settembre 2026 per rispondere delle accuse di corruzione e traffico di influenze, e che rischia l’interdizione dall’incarico. «È possibile che alla fine di questo processo tu venga condannata, e forse poi ti vestirai da piccola guardia carceraria!», ha ironizzato la sindaca il 16 dicembre.

L’altro suo principale rivale, Pierre-Yves Bournazel, sostenuto da Horizons e Renaissance, si sforza di mostrare la stessa compostezza: «Ha saturato l’intero panorama mediatico, è sui social media e in televisione mattina, pomeriggio e sera, ma questo non le ha permesso di guadagnare un solo punto nei sondaggi», osserva, citando il barometro pubblicato da Le Parisien il 13 dicembre, che la mostrava ancora in testa dopo il primo turno, ma senza alcun guadagno. E al secondo posto in caso di un’alleanza di sinistra, formalizzata il 17 dicembre.

25 dicembre 2025 ( modifica il 25 dicembre 2025 | 19:24)