Achille Lauro è un nome che evoca un universo di provocazione, libertà e sperimentazione, in cui il confine tra canzone, performance e arte visiva si dissolve.

Sarebbe difficile racchiuderlo in un solo genere: rapper, rocker, cantautore, performer, pittore di emozioni, poiché Achille Lauro è tutto questo e molto di più. Da un paio d’anni, sta mostrando le sue abilità anche come giudice di XFactor.

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Non resta che scoprire l’uomo dietro il personaggio, nato come Lauro De Marinis, che entra nel mondo dell’arte facendo della libertà il suo credo assoluto.

Lauro De Marinis: chi è Achille Lauro

Lauro De Marinis nasce l’11 luglio 1990 a Verona, ma cresce a Roma, tra i quartieri popolari di Serpentara e Vigne Nuove. Suo padre, Nicola De Marinis, è un magistrato e professore universitario, mentre la madre, Cristina Zambon, proviene dal Veneto. In casa regnano rigore e cultura, ma anche un certo distacco: lo stesso artista ha raccontato in più occasioni di aver avuto un rapporto difficile con il padre, figura severa e distante, che ha alimentato la sua voglia di libertà e riscatto.

Fin da giovanissimo, Lauro dimostra un’insofferenza verso le regole e un’attrazione irresistibile per l’arte in tutte le sue forme. Da qui nasce “Achille Lauro”, nome d’arte scelto in modo spontaneo: un gioco tra il suo nome di battesimo e il celebre armatore napoletano, che ne diventa simbolo. Oggi ha 35 anni, è alto circa 1,82 m e rappresenta una delle figure più originali del panorama musicale italiano. In lui convivono classicismo e ribellione, ordine e caos, provocazione e delicatezza.

Gli inizi e l’ascesa nella scena trap italiana

Il primo contatto con la musica arriva grazie al fratello maggiore, Federico De Marinis, noto come Fet, produttore e membro della scena rap romana. Lauro rimane a Roma anche quando i genitori si trasferiscono altrove, e proprio nella capitale entra in contatto con il mondo underground. A soli quattordici anni frequenta studi di registrazione e collettivi artistici, respirando l’energia cruda della periferia.

Nel 2012 pubblica il suo primo mixtape, “Barabba”, seguito da “Harvard”, che attira l’attenzione dei cultori della nuova trap italiana. Ma è con l’album “Achille Idol Immortale” (2014) che il suo nome inizia a circolare davvero. La sua voce, i testi taglienti e le sonorità visionarie lo distinguono dalla massa. Lauro non parla solo di strada: parla di identità, di riscatto, di sentimenti nascosti.

Negli anni successivi consolida la propria carriera con progetti sempre più audaci. La partecipazione al Festival di Sanremo con “Rolls Royce” nel 2019 segna un punto di svolta. Quel brano, con il suo tono ironico e dissacrante, diventa un manifesto di libertà. Da lì in poi, le canzoni di Achille Lauro si moltiplicano, toccando registri sempre nuovi: Me ne frego, C’est la vie, Bam Bam Twist, 16 marzo, fino agli esperimenti più recenti come Incoscienti giovani (Sanremo 2025) e la nuova hit AMOR (dedicata a Roma).

Achille Lauro: dalla provocazione alla sperimentazione musicale

Definire Achille Lauro solo un cantante sarebbe riduttivo. La sua storia è quella di un artista che ha scelto la trasformazione come unica regola. Inizia come rapper e approda a un linguaggio musicale in cui convivono rock, glam e pop d’autore. Ogni album è una reincarnazione: “1969” (2019) omaggia il rock anni Settanta, “Lauro” (2021) esplora la sensualità e l’amore come forma di ribellione, mentre “1990” rende tributo alla dance elettronica di quegli anni.

Le sue esibizioni a Sanremo hanno segnato un capitolo a parte: ogni performance è pensata come una rappresentazione teatrale, una tela in movimento. Si è presentato in abiti androgini, con piume, paillettes, corone di spine, citando simbolismi religiosi e iconografie pop. Dietro ogni gesto, un messaggio: la libertà di essere, di cambiare, di non temere il giudizio. La musica diventa così arte performativa, un ponte tra mondi e linguaggi.

16 marzo. L’ultima notte. Di Achille Lauro

16 marzo. L'ultima notte. Di Achille LauroVita privata, fidanzata e dettagli personali

Nonostante la sua immagine pubblica sia fatta di luce, colori e clamore, Achille Lauro nella vita privata è un uomo riservato. Parla raramente dei propri affetti, ha certamente avuto una relazione seria quando era ragazzino, mentre, ultimamente, pare sia single, sebbene l’anno scorso l’abbiano accostato a Giulia Toscano e, di recente, a Celeste Dalla Porta.

Quanto alla domanda che spesso circola — “Achille Lauro è gay?” — lui stesso ha risposto in modo ironico e poetico: «La mia sessualità è arte».
Nel suo passato non mancano le difficoltà: la distanza emotiva dal padre, il contatto con ambienti complessi, le incertezze economiche. Tuttavia, Achille Lauro ha saputo trasformare il dolore in linguaggio creativo, restituendo al pubblico un messaggio di emancipazione e coraggio.

Look, tatuaggi e stile inconfondibile

Tra i segni più riconoscibili di Lauro ci sono sicuramente i tatuaggi. Sul volto porta la scritta Pour l’amour, quasi un manifesto della sua filosofia artistica, e la parola Scusa sulla guancia sinistra, a ricordare la vulnerabilità dietro la maschera. Sul corpo, invece, spiccano figure imponenti come un drago giapponese sul torace, un’aquila, una tigre e numerosi simboli mistici. Ogni tatuaggio racconta un capitolo della sua vita, un ricordo, un’emozione, un momento di trasformazione.

Il look di Achille Lauro è altrettanto emblematico: abiti sartoriali e provocatori, spesso firmati da grandi stilisti, si alternano a outfit che mescolano punk, haute couture e teatralità barocca. Durante le sue esibizioni, ogni dettaglio è studiato per diventare parte del racconto: trucco, acconciature, gesti e movenze concorrono a creare una narrazione visiva potente.

I progetti futuri di Achille Lauro tra musica e arte

Il futuro di Achille Lauro promette di essere tanto ambizioso quanto imprevedibile. Dopo aver attraversato trap, rock e pop, l’artista punta ora verso un linguaggio che unisca musica, arte visiva e design. Già negli ultimi anni ha collaborato con brand di moda e artisti contemporanei, firmando progetti che uniscono performance, pittura e fotografia.
Il suo ultimo periodo creativo è segnato da una maturità nuova: meno scandalo e più introspezione, ma sempre con quella carica estetica che lo rende unico. Si parla di nuove canzoni, dischi, di collaborazioni internazionali e persino di progetti cinematografici.

Achille Lauro non è solo un cantante, ma un simbolo di contaminazione culturale: l’artista che ha portato la scena musicale italiana in territori inesplorati, fondendo il suono con l’immagine e la parola.

Articolo scritto da collaboratori esterni, per info e collaborazioni rivolgersi alla redazione

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