Il confronto

I biancorossi hanno chiuso il girone d’andata con 2 punti in meno rispetto ai biancoscudati ma viaggiano con un margine più ampio sulle inseguitrici

Il Vicenza di quest’anno come il Padova dell’anno scorso. La fine del girone d’andata sembra riproporre un film già visto nel girone A di serie C: una squadra capolista in fuga solitaria ed imbattuta, le dirette concorrenti molto attardate. Dal punto di vista biancorosso, però, è una situazione piacevolmente capovolta: se l’anno scorso il Lane guidato da Stefano Vecchi era la volpe che inseguiva affannosamente la lepre biancoscudata in fuga, adesso è il Vicenza di Fabio Gallo che ha guadagnato un notevole vantaggio sugli inseguitori.

 

 

Senza ko

Sono molte le analogie tra la formazione che ha dominato il campionato scorso e quella che sta facendo la differenza in quello attuale. Prima di tutto, entrambe le compagini sono riuscite a completare la prima metà di percorso senza alcuna battuta d’arresto: il tabellino alla voce “sconfitte” era ed è sempre fermo alla cifra di partenza, lo zero; merito di due difese quasi insuperabili, visto che il Padova aveva subìto appena 9 gol in 19 partite e il Lane adesso ne ha incamerato solo uno in più. Per quanto riguarda la fase realizzativa, invece, la formazione di Andreoletti aveva saputo essere addirittura più performante, centrando il bersaglio per ben 38 volte, contro le 33 reti del Vicenza di Gallo. Nasce probabilmente da qui il minimo scarto nella classifica parziale, che ha visto quel Padova conquistare una vittoria in più (16 anziché 15), trovando così quei 2 punti ulteriori messi in carniere al giro di boa (51 a 49).

Più margine

C’è però un aspetto rilevante nel quale il Vicenza di oggi è avvantaggiato rispetto al Padova dell’anno scorso. Il Lane, infatti, è riuscito a fare ancora più il vuoto dietro di sé, visto che il primo inseguitore è lontano ben 12 punti (Lecco a quota 37); a metà stagione, invece, i biancorossi di Vecchi non avevano mollato e riuscivano a rimanere a 8 lunghezze dalla capolista. Questo fattore, in prospettiva, rende potenzialmente più vicino il traguardo della promozione matematica per il Lane rispetto a quel Padova: già oggi, infatti, i biancorossi dovrebbero perdere ben 4 partite di fila per essere raggiunti dai rivali più vicini, sempre che il Lecco nel frattempo riuscisse a vincere sempre. Inoltre mentre l’anno scorso anche dietro al Vicenza c’era il vuoto (la Feralpi, terza, aveva ben 10 punti di ritardo dai biancorossi), stavolta la contesa per il secondo posto è apertissima, con il Lecco insidiato da Brescia (-1) e Cittadella (-5).

Ripartenza decisiva

L’avvio del 2026 sarà determinante nel consegnare definitivamente la stagione al Lane o riaprirla. L’anno scorso, il Padova che all’andata era stato devastante (6 vittorie su 6) all’inizio del ritorno ha tirato un po’ il fiato (3 vittorie, 2 pareggi, 1 ko: la prima stagionale giunta sul campo della Virtus al sesto turno). All’inizio del nuovo anno, il Vicenza dovrà superare un paio di ostacoli piuttosto insidiosi come il rivitalizzato Arzignano (terza di ritorno al Dal Molin, 18 gennaio) e la settimana successiva il Cittadella al Menti. Confermare l’imbattibilità nel primo mese metterebbe una seria ipoteca sulla promozione.