Philippe Gilbert analizza con occhio critico l’inverno di Tadej Pogacar. L’iridato di Valkenburg sottolinea infatti come la grande esposizione a cui il fenomeno di Komenda è inevitabilmente sottoposto possa rivelarsi il suo unico punto debole. Il belga ritiene infatti troppo numerosi gli impegni che vedono presenziare lo sloveno, specialmente in questo periodo invernale, momento in cui tutti i ciclisti hanno bisogno di staccare la spina, mentalmente ancor prima che fisicamente, creando così potenzialmente delle crepe che possano poi andare ad allargarsi nel corso della stagione (come effettivamente quest’anno in alcuni momenti sembrano essersi manifestate, specialmente a fine Tour de France, quando la gioia del successo sembrava sopita in quello sguardo malinconico).

Ben consapevole, per averlo provato anche lui in prima persona, che ci sono degli impegni da rispettare tra sponsor, apparizioni per il team, viaggi per eventi, infinite richieste di autografi, strette di mano e selfie, l’ex corridore vallone avverte il classe 1998. “Forse è proprio questo aspetto che lo stanca – ha commentato per Le SoirMi ha sorpreso vederlo quest’autunno in così tanti posti diversi. A volte mi chiedo come riesca a riposarsi e a concentrarsi sull’allenamento”.

Finite le corse con l’ennesimo trionfo-record a Il Lombardia, Pogacar è stato infatti visto spesso a vari eventi come i criterium post-stagionali in Andorra e Monaco, oltre che al suo in Slovenia, per poi essere presente ad alcuni eventi legati alla squadra a Gran Canaria e negli Emirati, portandolo così ad intraprendere viaggi e impegni che nuovamente lo hanno tenuto lontano da casa impedendogli di staccare effettivamente la spina. “Era presente a molti eventi – ha proseguito Gilbert – È sempre molto generoso, dà molto di sé, dona materiale per alcune aste e così via. Ma da metà ottobre a inizio dicembre, un ciclista professionista ha bisogno di riposo e silenzio”.

In passato, dal canto suo, effettivamente, il quattro volte vincitore della Grande Boucle ha più volte sottolineato il peso mentale che questo può comportare, senza nascondersi, ma non può del tutto sottrarsi alle esigenze contrattuali con la squadra e i suoi sponsor personali (piuttosto selezionati vista la non necessità di far cassa a tutto spiano, un aspetto che ha saputo bilanciare con sapienza grazie anche al supporto dei suoi manager). A questi, come sottolinea Gilbert, si aggiungono il carattere disponibile e altruista di un campione che sa offrirsi al pubblico e agli appassionati, creando inevitabilmente un equilibrio da ragionare per dosare le apparizioni con la giusta sapienza.