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Silvia M. C. Senette

Evelyn Palla, la bolzanina al vertice di Deutsche Bahn da ottobre, ha messo in campo tagli massicci: «Nessun posto di lavoro è sicuro se non ci si assume la responsabilità delle performance»

L’efficienza teutonica è diventata un miraggio che svanisce tra i binari della Deutsche Bahn. Se un tempo il treno tedesco era il simbolo della puntualità al secondo, oggi i numeri raccontano il tracollo di un mito: lo scorso ottobre il 48,5% dei convogli a lunga percorrenza ha accumulato ritardi superiori ai cinque minuti e viaggiare in Germania è diventato un lancio di dadi. In questo scenario di nervi tesi e infrastrutture logore, la sfida del risanamento è stata affidata a una manager italiana che conosce il sistema dall’interno: la bolzanina Evelyn Palla. Cinquantadue anni, una licenza di guida per treni in tasca e una reputazione da risanatrice costruita sistemando i conti di DB Regio, Palla è la prima donna e la prima cittadina straniera a scalare la vetta della ferrovia federale. Chiamata dal ministro dei Trasporti Patrick Schnieder dopo il rifiuto di numerosi candidati esterni scoraggiati da una situazione finanziaria complessa e stipendi non proprio da capogiro per gli standard privati, la manager altoatesina ha risposto con un piglio che non ammette repliche, delineando un piano che la stampa tedesca ha già ribattezzato «lacrime e sangue». Il suo biglietto da visita non è stato un annuncio di cortesia, ma un taglio netto che prevede il dimezzamento dei dirigenti con l’eliminazione del 50% delle posizioni di vertice. «Nessun posto di lavoro è sicuro se non ci si assume la responsabilità delle performance», ha dichiarato Palla alla Frankfurter Allgemeine Zeitung: la sua è una cultura aziendale in cui il risultato conta più della gerarchia.

Le statistiche che premiano Trenitalia

Il 30% del management superstite dovrà inoltre lasciare gli uffici di Berlino per trasferirsi nelle sedi provinciali, più vicine all’operatività reale, mentre il Consiglio di Amministrazione è stato azzerato e ricostituito con tre nuovi innesti su cinque posti totali. Una manovra paradossalmente sostenuta dal potente sindacato dei macchinisti Evg, che vede in Palla una stratega dai nervi saldi capace di sbloccare l’autonomia decisionale dei territori. La manager altoatesina legge questo sistema in filigrana e sa che la modernizzazione è innanzitutto un’attitudine: «Non lamentarsi, ma fare. Non amministrare, ma costruire», ama ripetere. Mentre la Germania arranca, le classifiche continentali riscrivono le gerarchie della mobilità. Nel report 2024 di Transport & Environment – T&E, la situazione è ribaltata rispetto ai luoghi comuni: Trenitalia svetta come prima compagnia europea per affidabilità e prezzi, mentre Deutsche Bahn precipita al 16° posto, fanalino di coda per puntualità assieme alle ferrovie portoghesi e svedesi. Il problema non è solo gestionale, ma strutturale. Il primo grande cantiere della «nuova era» – la riqualificazione della tratta Riedbahn tra Francoforte e Mannheim, costato 1,5 miliardi di euro – mostra timidi segnali di ripresa, con una puntualità salita dall’inquietante 59% dell’era pre-lavori all’81% attuale. Significa che, nonostante un investimento massiccio e mesi di chiusura totale, un treno su cinque arriva ancora in ritardo. «Non siamo ancora del tutto soddisfatti», ammettono i responsabili del programma.



















































Le sfide di Palla

L’esperienza maturata da Palla nelle ferrovie austriache Öbb, spesso indicate come il modello di efficienza a cui la Germania dovrebbe ispirarsi, sarà la bussola per i prossimi quaranta maxi-interventi previsti sulla rete tedesca. L’amministratrice delegata resta convinta che la rotaia sia la colonna vertebrale del Paese: «Senza una ferrovia forte non ci sarà mobilità sostenibile: né domani, né tra dieci anni, né per le generazioni a venire». La sfida è ora quella di trasformare l’azienda in un organismo moderno; una sfida non solo tecnica ma politica, dovendo mediare tra la necessità di investimenti miliardari, le richieste salariali dei ferrovieri e le spinte della Cdu che vorrebbe separare la gestione della rete dall’azienda di trasporti.
Per rimettere in carreggiata un Paese che ha smesso di correre, la manager di Bolzano punta sul ritorno al core business, senza più distrazioni su partecipazioni collaterali ma con un focus ossessivo sui binari. La colonna vertebrale della mobilità tedesca è spezzata e resta da vedere se il pugno di ferro dell’italiana basterà a saldare i frammenti di un sistema che non può più permettersi di perdere tempo.

26 dicembre 2025 ( modifica il 26 dicembre 2025 | 12:28)