Negli ultimi giorni stanno spopolando i video selfie creati con l’intelligenza artificiale, che mostrano gli utenti in compagnia dei propri idoli del cinema, delle serie TV o dei videogiochi. Come si realizza (e perché bisogna però fare attenzione alle foto che si condividono con l’AI)

Uno degli ultimi trend di questo 2025 in voga sui social, sono i video, che diventano presto virali, realizzati con l’intelligenza artificiale. In genere durano pochi secondi e mostrano chi ha condiviso il contenuto correre qua e là per scattare selfie con i propri beniamini: che siano attori, cantanti, personaggi dei videogiochi, e così via. Il realismo e la fedeltà delle immagini e dei video sono per certi versi impressionanti. E anche piuttosto divertenti da guardare. Come nei casi dei tormentoni precedenti che sono nati grazie alle potenzialità dell’AI – il più famoso è forse quello che ci ha trasformato tutti in manga ispirati all’estetica dello studio Ghibli – prima di lanciarsi e partecipare al gioco è bene fermarmi un secondo e riflettere su quello che stiamo facendo. Permettere a ChatGpt o ad altri sistemi di intelligenza artificiale di creare un video o una foto dove compariamo anche noi significa «regalare» a questi modelli (e dunque alle aziende che li creano e addestrano) una serie di dati privati e sensibili. Ovvero foto che ritraggono il nostro volto e che normalmente non potrebbero essere utilizzate perché protette da copyright e dalle leggi che regolamentano la protezione dei dati personali. Dare in pasto ai modelli la nostra immagine e le nostre fattezze per creare un video divertente rappresenta in realtà qualcosa di molto più prezioso per i colossi che sull’intelligenza artificiale lavorano e ci guadagnano. Un po’ come, anni fa, accadeva con alcune app che ci ringiovanivano, ci trasformavano in una donna o in un uomo, ci invecchiavano. Vi ricordate FaceApp?

Si inizia da un selfie

Torniamo al tutorial. Se avete deciso di partecipare al tormentone, il consiglio è di scegliere foto di voi stessi già disponibili online (se ne esistono) e di non consegnare altro materiale inedito. In ogni caso, questo gioco è un buon esercizio per imparare l’arte del prompting, ovvero come creare istruzioni corrette ed efficaci per dialogare con l’intelligenza artificiale. Non è un processo difficilissimo, ma ci vuole un po’ di pazienza, bisogna essere un po’ smaliziati per quanto riguarda i modelli di AI e avere del tempo libero che, nel corso delle vacanze, tra una portata e l’altra, potrebbe non mancare. Online ci sono decine di tutorial, noi abbiamo utilizzato quello del creator digitale di Raffaele Bottone (@ilsolitomute). La maggior parte degli strumenti elencati di seguito sono gratuiti, ma con limitazioni, tuttavia possono essere attivate offerte per il primo periodo con costi accessibili. Ad ogni modo per tutti serve l’iscrizione. Il tutorial si divide in tre parti.



















































Tutto parte dalla generazione delle immagini (statiche), dei selfie con le celebrità o dei personaggi. Con i modelli più popolari potrebbero esserci limitazioni a seconda del copyright, ma con un po’ di fortuna si potrà utilizzare anche solo ChatGPT Images, Nano Banana o Midjourney. Bisognerà trovare dunque un tool di AI che permetta di creare i personaggi che desideriamo, senza limitazioni. Prima ancora, però, bisogna trovare (o scattare) un vero selfie. Dopo aver scelto il selfie e individuato il modello di generazione (noi abbiamo utilizzato Higgsfield AI), si potrà caricare nella schermata utile a generare le immagini. 

Prima di partire con la generazione, è meglio settare come impostazioni 2K e 9:16, utili a produrre immagini verticali di alta qualità. Inoltre, si potrà selezionare il modello di immagini da usare come base, tra i vari è meglio selezionare Nano Banana Pro, per avere risultati più fedeli alla realtà. 

Il prompt

Un prompt da utilizzare per tutte le generazioni e a cui cambiare solo il nome del personaggio, potrebbe essere qualcosa di simile a quello proposto di seguito, ma può essere preso come spunto, personalizzato e migliorato:

“Crea un selfie realistico utilizzando questo scatto come base con, (nome personaggio). Sii fedele nell’aspetto e mantieni gli stessi vestiti. La foto dovrà essere ambientata in un set tipico del personaggio. L’immagine dovrà avere un rapporto d’aspetto di 9:16 ed essere di qualità elevata in 2k. La troupe cinematografica non deve guardare in camera. Luce cinematografica e una profondità di campo realistica. Non mostrare il telefono nella foto”.

Oppure, ancora meglio, si può usare quello segnalato dal creator:

Hyper-realistic POV selfie of the subject from img1. The subject has the same face and outfit as the reference photo. POV vlog selfie perspective, right arm extended holding the camera. The camera itself is not visible, no phone in frame. The subject looks into the camera. LOCATION: The subject is on the film set of [INSERIRE TITOLO FILM/SERIE TV]. In the background, an iconic scene of the show with cast members acting naturally during filming. Background actors are not looking at the camera and are fully engaged in the scene. [INSERIRE NOME PERSONAGGIO] is standing close to the subject, looking at the camera for the selfie. Cinematic lighting, realistic depth of field. Behind-the-scenes atmosphere. High realism, no stylization.

Il risultato sarà qualcosa di simile: 

Dall’immagine al video

La seconda parte prevede la creazione dei video, per i quali abbiamo impiegato come modello Kling AI. L’iscrizione con un account quale Gmail o simili permette di ottenere un tot di crediti utili a creare gratis al massimo tre generazioni di video da 5 secondi, dopodiché si potrà sottoscrivere un upgrade di poco meno di 7 euro per il primo mese.

Questa è la parte più articolata. Per generare i video è necessario inserire il primo e il secondo frame (prima e seconda foto), uno di inizio e uno di conclusione. Il suggerimento è quello di creare un loop infinito, e dunque l’ultimo frame, ovvero l’ultimo selfie, dovrà avere come selfie finale lo stesso utilizzato per l’inizio del video. Inoltre è bene accertarsi di disattivare l’opzione “Native Audio”. Ad ogni modo, per creare i singoli video è meglio utilizzare un prompt un po’ più articolato, che noi abbiamo copiato pari pari dal tutorial di Raffaele Bottone:

“POV selfie vlog, tight framing. The subject is walking energetically to the RIGHT, physically moving across the environment. The camera is handheld and LOCKED onto the subject’s face. The subject always looks directly into the camera while walking. CRITICAL CAMERA CONSTRAINTS: The distance between camera and face is FIXED. Do NOT pull back. Do NOT zoom out. Do NOT show the extended arm. Maintain strict tight First-Person Perspective. High lateral speed, parallax effect. 4k. The background changes as the subject walks, leaving the current film set behind, passing through it, and naturally entering the next film set environment. People from the previous set remain behind and do not follow the subject”

Il «girotondo» di selfie

Una volta creati e scaricati tutti i video, infine, è possibile montare un video unico, dove per ogni scena si potrà ad esempio inserire in sottofondo la colonna sonora o il tema principale dell’opera cinematografica, serie TV o videogioco e così via. Le soluzioni qui sono molte: nel nostro caso abbiamo utilizzato Edits di Instagram, ma si possono usare strumenti più articolati come CapCut o simili. Una volta esportato il video finale, è pronto per essere condiviso sui social.

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26 dicembre 2025