Dopo la preghiera dell’Angelus, ricordando l’odierna ricorrenza che celebra il primo martire della storia cristiana, il Papa esorta quanti sono impegnati in situazioni di conflitto a guardare al suo esempio di mitezza e perdono per promuovere dialogo, riconciliazione e pace
Edoardo Giribaldi – Città del Vaticano
La mitezza che non arretra di fronte alla violenza. Il coraggio che, nella sofferenza, alza lo sguardo al cielo e vi si affida, fino a trovare la forza del perdono per chi sta fermando la vita. È l’eredità spirituale di santo Stefano, primo martire della storia cristiana, che la Chiesa ricorda oggi, 26 dicembre, al centro dell’appello di Papa Leone XIV ai fedeli riuniti questa mattina in Piazza San Pietro, al termine della preghiera dell’Angelus.
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All’Angelus di oggi, festa di santo Stefano, Leone XIV ricorda che, sull’esempio del primo martire del cristianesimo, è possibile scegliere la giustizia anche se costa, anteponendo …
Mitezza, coraggio e perdono
Dopo aver rinnovato gli auguri di “pace e serenità” alla luce del Natale del Signore, il Pontefice ha invocato l’intercessione di santo Stefano a sostegno della fede di ciascuno e delle comunità “che maggiormente soffrono per la loro testimonianza cristiana”.
Il suo esempio di mitezza, di coraggio e di perdono accompagni quanti si impegnano nelle situazioni di conflitto per promuovere il dialogo, la riconciliazione e la pace.
La violenza delle parole
Sulla preoccupante quotidianità delle persecuzioni ai danni delle comunità cristiane, il Papa si era già espresso nell’Angelus dello scorso 16 novembre, spiegando come esse non si manifestino soltanto attraverso “armi” e “maltrattamenti”, ma anche mediante le parole, ovvero “la menzogna e la manipolazione ideologica”.
Soprattutto quando siamo oppressi da questi mali, fisici e morali, siamo chiamati a dare testimonianza alla verità che salva il mondo, alla giustizia che riscatta i popoli dall’oppressione, alla speranza che indica per tutti la via della pace.
All’Angelus, il Papa invita a non lasciarsi vincere dalla paura di fronte a conflitti, calamità e persecuzioni. Ricorda che la persecuzione dei cristiani “non accade solo con le …
I martiri, esempi di “speranza disarmata”
E se Stefano è il primo martire, i molti che lo hanno seguito sono stati definiti dallo stesso Leone XIV, nella commemorazione di quanti hanno perso la vita a causa della fede nel XXI secolo lo scorso 14 settembre, fulgidi esempi di “speranza disarmata”, capace di abbracciare “la debole e mite forza del Vangelo”. Essi sono, inoltre, “lievito di un’umanità pacifica e fraterna”.
“La persecuzione dei cristiani in alcune parti del mondo è aumentata”. Così Leone XIV nella Commemorazione dei nuovi martiri e testimoni della fede nella Basilica di San Paolo. Il …
Le zone che soffrono la persecuzione
“Se un membro soffre, tutte le membra soffrono con lui”. Con questa citazione tratta dalla Prima Lettera ai Corinzi di san Paolo, il Pontefice si era rivolto, lo scorso 10 ottobre, alla delegazione della fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre, richiamando l’attenzione sulle crescenti ostilità e violenze perpetrate contro le diverse comunità religiose. In quell’occasione, il Papa aveva citato alcuni contesti particolarmente colpiti da questa piaga, come la Repubblica Centrafricana, il Burkina Faso, il Mozambico e il Perù, sua terra di missione.
Nel discorso alla fondazione Aiuto alla Chiesa che Soffre, Leone XIV richiama l’impegno a sostegno delle minoranze cristiane in Paesi come Repubblica Centrafricana, Burkina Faso e …