Negli ultimi giorni, quello di Oscar Onley è diventato un nome parecchio chiacchierato nel mondo del ciclismo. Il giovane corridore scozzese è stato infatti “oggetto” di un movimento di CicloMercato molto rilevante, dato che la Ineos Grenadiers ha compiuto un investimento significativo per poterlo avere in organico già dalla stagione 2026, nonostante Onley avesse ancora un contratto in essere con la Picnic PostNL. A seguito dell’accordo trovato (si parla di 6 milioni di euro mossi per completare il trasferimento), lo scozzese ha cambiato maglia e potrà rappresentare una scelta importante per le corse a tappe, in una squadra che conta già su Egan Bernal, Carlos Rodríguez e Thymen Arensman, oltre che sul nuovo arrivato Kévin Vauquelin.

Onley ha riscosso interesse soprattutto dopo il quarto posto finale al Tour de France 2025, risultato abbastanza sorprendente, anche se il corridore scozzese aveva già fatto vedere sprazzi di classe in passato. “Probabilmente le mie prestazioni sono andate oltre le aspettative, ma quel risultato mostra il livello che posso raggiungere – le parole di Onley in un’intervista concessa a RIDE Magazine – Posso sicuramente dire di poter essere stato il quarto miglior corridore da classifica all’ultimo Tour, oltre che il quarto miglior scalatore (davanti a lui Tadej Pogačar, Jonas Vingegaard e Florian Lipowitz – ndr). È una cosa che mi dà grandi motivazioni per il futuro”.

Il classe 2002 di Kelso aggiunge: “Ho certamente la possibilità di migliorare ancora – aggiunge Onley – So da tempo che le prove a cronometro sono il mio punto debole (in quella pianeggiante dell’ultimo Tour pagò circa 2 minuti a Pogačar, in 33 chilometri – ndr). Peso sessanta chili e non ho una grandissima potenza, ma, ad esempio, Vingegaard pesa più o meno come me, ma è indubbiamente uno che a cronometro va forte. Ho ampi margini di crescita in quel settore”.

Un quarto posto, quello del Tour 2025, che ha cambiato la vita di Onley, almeno in termini di squadra e di attese: “Ma non è che il resto sia cambiato granché – il pensiero del corridore – Non direi che ci siano stati grandi modifiche. Vado ancora in bicicletta e mi diverto a farlo. Certo, c’è più attenzione intorno a me e molte persone in più mi conoscono, rispetto a prima. È bello, ma anche abbastanza strano. Più che altro, non ci sono abituato”.