I limiti

Al netto della flessibilità, i freni sono piuttosto netti. Le regole indicate nella documentazione prevedono che non si possa ripetere l’operazione in modo ravvicinato: l’indirizzo @gmail.com legato all’account può essere creato/cambiato una volta ogni 12 mesi e c’è un tetto massimo complessivo (citato come tre cambi). Inoltre, una volta scelto il nuovo indirizzo, non lo si può eliminare. È un set di vincoli che punta a ridurre impersonificazioni, “caccia” agli username e manipolazioni dell’identità.

Perché la documentazione in hindi fa pensare a un lancio “a scaglioni”

Un dettaglio ha acceso subito il radar degli osservatori: l’aggiornamento che descrive la novità compare (al momento) in hindi, mentre la pagina in inglese mantiene l’indicazione tradizionale secondo cui un indirizzo @gmail.com «di solito non può essere cambiato». Da qui l’ipotesi – prudente, ma plausibile – che la funzione possa partire dall’India o da mercati legati a quella lingua, per poi estendersi.

Che cosa risolve (davvero) per gli utenti

Il beneficio è immediato per due categorie di utenti molto comuni: chi si porta dietro un indirizzo creato “da adolescente” e chi ha cambiato nome/cognome e vorrebbe allineare l’identità digitale senza abbandonare anni di email, contatti e accessi. Finora la soluzione era spesso una migrazione dolorosa: nuovo account, esportazioni/importazioni, avvisi ai contatti e rischio di perdere integrazioni con app e servizi terzi. Questa funzione riduce drasticamente quel costo di uscita perché evita di spezzare la continuità dell’account.

Login, app terze e sicurezza

La promessa “non perdi nulla” non significa “non succede niente”. Cambiare l’indirizzo principale può avere effetti pratici su accessi salvati su vecchi dispositivi, app di terze parti che si appoggiano all’identità Google, moduli di registrazione che mostrano l’email come identificativo, rubriche e inviti creati in passato. Alcune guide e segnalazioni consigliano cautela e backup in contesti specifici (per esempio su ChromeOS), proprio perché non tutto ciò che ruota attorno all’account è sempre progettato per “cambiare etichetta” senza attriti.

Inoltre, sul piano della sicurezza, la presenza di due indirizzi attivi (nuovo + vecchio come alias) è una comodità, ma può creare confusione: bisogna essere chiari su quale indirizzo comunicare ai contatti e fare attenzione a tentativi di phishing che sfruttano cambi di identità (“ho cambiato email, clicca qui”). In pratica: funzione utile, ma da gestire con consapevolezza.