Giulia Iosco crea gioielli nel suo piccolo atelier di Roma, tra dipinti e sculture. Dopo anni nella moda – da Bally e Valentino – e tanti viaggi, il lancio del suo marchio per raccontare le storie che ama

Quando la materia grezza incontra l’intuizione poetica, nasce l’arte. Nel caso di Giulia Iosco, fondatrice dell’atelier eponimo, poco interessa che si tratti di arte indossabile o da esposizione. Nei suoi dipinti, nelle sue sculture, ma soprattutto nei suoi gioielli l’intento è sempre lo stesso. Oro o diamanti, perle o bronzo, il messaggio è raccontare storie tramite la bellezza.

Nata a Roma e profondamente immersa nel mondo dell’arte e della moda, Giulia Iosco unisce la formazione in fashion design e belle arti, a oltre dodici anni di esperienza come designer per maison di lusso come Bally e Valentino. Il suo percorso creativo (e anche spirituale, a tratti) l’ha portata in giro per il mondo, sempre in compagnia della sua vena artistica. Dalla Russia alla Corea, fino alla Cina, all’Egitto, alla Turchia. Casa però per lei è Roma e ancor di più il suo atelier a pochi passi da Piazza del Popolo.

Atelier Giulia Iosco ovvero larte di indossare sculture

Andrea Tempesta

Il viaggio di una perla, le aurore boreali, la spiritualità dell’Egitto

Ispirandosi ai suoi viaggi, al mondo naturale e al regno animale, le piccole sculture indossabili di Giulia Iosco danno accesso a una dimensione in cui anche lo spirituale può far parte di un rito così fisico, come quello di adornare il corpo.

La Cage Collection rappresenta forse il manifesto più delicato di questa poetica. Ogni pezzo, brevettato e unico, racconta la storia di una perla racchiusa in una gabbia d’oro: un simbolo di luce interiore e amore per sé stessi. Dal Cage Ring Band, con la sua struttura aperta in oro 9 carati che accoglie due perle giapponesi mobili, al Cage Bracelet, in argento placcato oro 24 carati con due perle naturali che danzano, il movimento diventa linguaggio e memoria del sé.