Colazione con Sorrentino: il ritorno delle matinée è il regalo di Natale (e oltre) di un regista da Oscar. Sono 170 le sale che programmano in anteprima – solo la mattina, fino al primo gennaio – l’ultimo film di Paolo Sorrentino, “La Grazia” (poi in uscita dal 15 gennaio con PiperFIlm). Un’occasione, quella delle anteprime, che sta portando vari cinema ad aggiungere spettacoli per venire incontro alle richieste (il Troisi a Roma, ad esempio, avrà la prima proiezione alle 9 del mattino).
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Il film ha debuttato alla 82/a Mostra del cinema di Venezia dove è stato premiato con la Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile a Toni Servillo, in gara per la sua performance anche come miglior attore europeo agli Efa 2026, dov’è candidato pure Sorrentino nella shortlist per il migliore sceneggiatore europeo. “La Grazia” è prodotto da The Apartment, società del gruppo Fremantle, in associazione con Numero 10 e PiperFilm.

Paolo Sorrentino e Toni Servillo sul set de ‘La Grazia’, film di apertura di Venezia 82
Servillo è Mariano De Santis, presidente della Repubblica – vedovo, cattolico e con una una figlia, Dorotea (Ferzetti), giurista come lui. Arrivato alla fine del mandato deve decidere su due delicate richieste di grazia e valutare se firmare o meno la legge sull’eutanasia. Dilemmi morali che si intrecciano con la sua vita privata.
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“Dal presidente un atteggiamento amoroso nei confronti del mondo e della vita”
“Mi sono ispirato a ‘Decalogo’ di Kieslowski e a un fatto di cronaca. Quando, cioè, Mattarella aveva concesso la grazia a un uomo che aveva ucciso la moglie malata di Alzheimer – ha raccontato il regista a Venezia –. Mi è sembrato subito un dilemma morale interessante da raccontare. Da anni pensavo fosse un formidabile motore narrativo. Da lì è venuta l’idea di incentrare il film su un presidente della Repubblica. E visto che il titolo non si riferisce soltanto a uno strumento giuridico, ma è una sorta di atteggiamento amoroso nei confronti del mondo e della vita, ho pensato che questo presidente dietro il suo aspetto rigoroso fosse una persona innamorata, non solo della figlia e della moglie che non c’è più, ma anche del diritto. Di tutta una serie di valori che la politica dovrebbe incarnare e che, invece, sempre più raramente si intravedono”.
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Toni Servillo, Anna Ferzetti e il regista Paolo Sorrentino sul red carpet
Paolo Sorrentino e Toni Servillo: una storia (da Oscar) in sette film
Il “suo” presidente, ha sottolineato Servillo, non è modellato su nessun capo di Stato: “Essendo così chiara l’intenzione di Paolo di non fare un riferimento preciso a nessuno, di conseguenza neanche io mi sono ispirato a qualcuno. Ma d’altronde nel passato questo Paese ha avuto diversi presidenti che erano uomini di legge, vedovi, della democrazia cristiana, con una figlia, napoletani”.
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Toni Servillo nel film “La Grazia” di Paolo Sorrentino
Con ‘La Grazia’ la collaborazione tra Sorrentino e Servillo ha raggiunto quota sette film, di cui uno, ‘La grande bellezza’, vincitore dell’Oscar 2014. “La vita ha deciso per noi. Che ci facessimo, cioè, del bene reciproco nel mestiere”, ha commentato Servillo: “Non è facile spiegare le ragioni di un’alchimia a parole. Posso dire però che considero un regalo il fatto che Paolo abbia rilanciato così tanto al settimo film con un personaggio con questa complessità e quantità di sensazioni che lo muovono e che spero vengano restituite al pubblico in tutta la sua umana sincerità”.
Non è facile spiegare le ragioni di un’alchimia. Ci troviamo a meraviglia, ci supportiamo, ci vogliamo bene
“Il nostro rapporto non ha mai conosciuto crisi, non abbiamo mai litigato. Non siamo neanche arrivati all’idea di litigare” gli ha fatto eco il regista: “Ci troviamo a meraviglia, ci supportiamo, ci vogliamo bene. Sappiamo distribuire in maniera saggia meticolosità e serietà sul lavoro a momenti di leggerezza e ironia”.


