Il risultato dice 3-0 e una sconfitta netta, ma Matteo Battocchio invita ad andare oltre il tabellino. Nel dopo gara del PalaPanini, il tecnico della MA Acqua S.Bernardo Cuneo analizza la prestazione dei suoi con lucidità, sottolineando quanto il servizio di Modena abbia spostato gli equilibri e rivendicando, allo stesso tempo, quanto di buono si è visto soprattutto nei primi due set.

“So che può sembrare strano dirlo perché sono finiti 25-20 e 25-17 – spiega Battocchio – ma onestamente abbiamo fatto due set molto buoni. Se guardiamo bene, dei 13 punti di differenza complessivi, nove arrivano dagli ace di Buchegger e altri due da situazioni simili: vuol dire che il servizio di Modena è entrato in maniera impressionante”.

Un fondamentale che Cuneo sa essere il proprio punto debole a questi livelli: “Sappiamo che contro questo tipo di battuta andiamo in difficoltà, per tutta una serie di motivi. Modena in casa fa questo a tutte le squadre, basta guardare le loro partite per capire il livello”.

Il rammarico più grande resta il terzo set, scivolato via troppo velocemente: “È un peccato aver buttato così il terzo parziale, soprattutto per noi e per i tanti ragazzi che ci hanno seguito fin qui e che ringrazio. Giocarsi certe partite è un’occasione di crescita”.

Battocchio, però, si tiene stretti i segnali positivi: “Nei primi due set, a livello di azioni giocate, non è andata male. L’attacco ha funzionato molto bene: nel secondo set abbiamo chiuso al 67%, senza errori e senza murate subite. Questo è un dato importante”.

Lo sguardo è già rivolto al prossimo impegno, un’altra trasferta durissima: “Piacenza sarà un’altra gara tosta, un’altra squadra che batte fortissimo, soprattutto in casa. Come Modena”.

Infine, il passaggio più profondo, che va oltre la singola partita: “C’è uno step che ci manca ancora, ed è la consapevolezza di quello che siamo fino in fondo. Non a parole, ma nell’energia e nella personalità: saper giocare da sfavoriti, da cagnacci che devono mordere”.

Una lezione severa, ma anche un punto di partenza. Perché, come ribadisce Battocchio, la strada è tracciata: ora serve percorrerla con maggiore convinzione.