A 62 anni, Michela Miti non lavora più come attrice e sta vivendo una fase di vita all’insegna delle ristrettezze economiche. Icona sexy in diverse commedie all’italiana degli anni 80, a partire dai cult Pierino contro tutti, Pierino colpisce ancora e W la foca, la romana Michela Miti si è raccontata in due recenti interviste, una rilasciata al settimanale Gente e una al quotidiano Il Corriere della Sera.

Rimasta nell’immaginario collettivo come la procace maestra del Pierino di Alvaro Vitali, Michela Miti ha dichiarato: «Ora vivo in periferia, lungo la via Casilina. Un bel salto all’indietro visto che sono stata sempre a Vigna Clara, posto chic».

L’ex attrice ha ammesso di sopravvivere grazie agli aiuti della Caritas. Ma come è passata dall’enorme popolarità (e relativi guadagni) alle difficoltà economiche di cui sopra? Michela Miti ne parla senza tabù e ha raccontato quanto accaduto: «Mi sono capitati tanti guai, uno dopo l’altro. Tra gli ultimi, il dolore recente della morte di mia madre; poi sono caduta più volte, mi sono fatta male. Per questo ho dovuto lasciar perdere il mio lavoro. Ho un menisco rotto, sarebbe un’operazione complessa, costosa. Non posso sostenere tutte le spese, con lo sfratto che ho…».

Alla domanda «Quando dovrà lasciare casa?», l’artista risponde: «A fine settembre. Ho ricevuto una proroga di recente. Ma qui sono senza gas, cucino grazie a un fornelletto elettrico. Questi 70 metri quadri erano la casa in cui abitava mia madre Ivana. Mi sono stabilita da lei nel 2013, dopo la morte del mio compagno».

Il partner di Michela Miti è stato lo scrittore, regista e sceneggiatore Alberto Bevilacqua. L’ex attrice ricorda il primo incontro con il compagno di una vita, mancato nel 2013. «Ci ritrovammo da amici, per caso, nel 1994. Ma già c’eravamo visti una sera di 10 anni prima, dall’attore Massimo Serato che mi corteggiava vanamente. Avevo 18 anni, Alberto venne apposta per me e Serato fece di tutto per osteggiare le nostre chiacchiere, tanto che scoppiai a piangere». Poi? «La seconda volta che lo vidi parlammo di poesie e libri. Fu un amore totale e i 29 anni che aveva più di me non sono mai stati un ostacolo. Era compagno, confidente, amico».

Nessun bene ereditato da Alberto Bevilacqua. «Fu per via del nostro amore: intenso, viscerale. Lo vivevamo istante per istante. Non ci pensavamo. La soluzione poteva essere il matrimonio: lui però veniva da un’esperienza difficile».

Quanto a eventuali introiti, Michela Miti conferma che non ce ne sono. «Non ho l’età della pensione; ho finito i risparmi, spesi anche per curare mamma, ammalata negli ultimi anni. Era una parrucchiera, è sempre stata il mio punto di riferimento. Ho qualche diritto per i film, ma roba di spiccioli. Ho venduto gli oggetti d’oro più cari, tra cui un’ambra di Alberto». Lato aiuti, l’ex attrice menziona «una bravissima assistente sociale inviata dal municipio, Gina. Grazie a lei sono riuscita ad ottenere l’assegno di inclusione. Poi c’è la Caritas, da loro ho avuto una piccola cifra». A fine intervista, un ricordo felice del regista Fellini: «Mi volle sul set della** Città delle donne**, ma non per recitare: era come se fossi sua figlia. Quando si arrabbiava con la troupe, e capitava spesso, la produzione mi chiamava: “Corri qui, prova a calmarlo”. Quando mi vedeva gridava: “C’è Michelina, stop!”. E andavamo a fare una passeggiata, mi raccontava di Cinecittà».