È il 1973. Un aspirante fotografo giapponese si trasferisce a Graz, in Austria. Si chiama Seiichi Furuya. Qualche anno dopo, nel 1978, incontra una studente di storia dell’arte, Christine Gössler, che presto diventerà sua moglie. Furuya non vive ancora della sua arte, lavora anche come traduttore e intanto fonda una rivista, Camera Austria. Dopo aver viaggiato e documentato l’Europa dell’est, il fotografo si dedica al racconto di sua moglie, che intanto si appassiona al teatro e comincia a mostrare segni di schizofrenia. La ritrae nei momenti quotidiani, in casa o al lago, quando si sveglia e mentre allatta il figlio, che nasce nel 1981. Qualche anno dopo si trasferiscono in Germania, prima a Dresda e poi a Berlino Est, dove Furuya lavora come interprete. I loro sguardi si intrecciano: lui posa per la moglie, lei si lascia fotografare senza risparmiarsi.

Scorrendo gli scatti possiamo osservare le loro giornate, in una relazione che prende forma, tutto è ammantato di una strana malinconia. Poi, il 7 ottobre 1985, giorno del trentaseiesimo anniversario della Repubblica democratica tedesca, Christine si suicida. Quasi come reazione a questa morte insopportabile, negli anni successivi Seiichi Furuya non smetterà mai di lavorare sul loro archivio di immagini.

Tra il 1989 e il 2010 darà alle stampe cinque libri dedicati alla loro relazione, in cui pubblico e privato, visione personale e distacco documentario si intrecciano di continuo. Ci sono primi piani della moglie, ricordi dei loro viaggi insieme e istantanee dei luoghi in cui hanno vissuto: Amsterdam, Vienna, Graz, Dachau, Sachsenhausen, Giappone, Berlino Est. La serie si chiama Mémoires.

Nel 2018 l’autore decide di riorganizzare in ordine cronologico tutte le foto scattate da Christine con una macchina fotografica tascabile e una 35 mm.
Lavorando su questa nuova sequenza si rende conto che sua moglie gli aveva fatto molti ritratti, più o meno nello stesso periodo in cui lui la fotografava. Così nasce Face to face, un faccia a faccia in cui i due sembrano potersi confrontare nuovamente, in un accostamento serrato dei loro volti.

Sembrava l’atto finale del lavoro di una vita. Ora però la francese Chose Commune, già editrice di Face to face, ha pubblicato una nuova raccolta di memorie, Photographs (1978-1985), in cui troviamo appunti visivi inediti di Christine Gössler. L’autoritratto in copertina è l’incipit della breve storia della sua famiglia, che si snoda attraverso 120 fotografie. I travestimenti di un bambino che cresce; i panni stesi ad asciugare; il manto vaporoso di un cane e le fette di anguria al sole. Il suo mondo interiore sembra affiorare nella delicatezza della luce naturale. La curiosità per i piccoli eventi quotidiani rivela allo stesso tempo interesse per quello che la circonda ma anche una specie di enigmatica distanza dalle cose.