di
Lara Sirignano
Il caso della ragazza morta in piscina a Palermo. La Procura di Termini Imerese ha aperto un fascicolo, ancora a carico di ignoti, per omicidio colposo
L’indagine c’è. La Procura di Termini Imerese non ha chiuso il caso. Anzi avrebbe aperto un fascicolo, ancora a carico di ignoti, per omicidio colposo. Al momento è solo una ipotesi, ma è su questa strada che si muoverà il lavoro degli inquirenti chiamati a risolvere il giallo della morte di Simona Cinà, la ventenne di Capaci, paese sulla costa a pochi chilometri da Palermo, trovata morta sabato nella piscina di una villa di Bagheria in cui stava festeggiando la laurea di due amici.
A chiarire come sia potuta morire una giocatrice di pallavolo di 20 anni che non aveva mai avuto problemi di salute e che praticava sport a livello agonistico sarà l’autopsia. I legali dei genitori e dei fratelli della ragazza, gli avvocati Gabriele Giambrone e Mario Bellavista, hanno chiesto ai pm di disporre con urgenza gli accertamenti sulla salma della giovane per consentire alla famiglia di celebrare i funerali.
L’alcol fatto sparire
Ma, al di là delle indagini medico-legali, sono davvero numerosi gli interrogativi a cui dare risposta. A porli, per primi, sono stati i legali dei Cinà che si domandano, ad esempio, perché nel giardino della villa affittata dai neolaureati, un immobile di lusso con vista mare da poco in vendita per un milione e 200 mila euro, non ci fossero tracce di alcolici e tutto fosse stato evidentemente ripulito.
Anche la piscina. Al loro arrivo i soccorritori del 118, chiamati dai ragazzi che avevano visto il cadavere di Simona, hanno trovato solo bottigliette di acqua in sacchi di plastica e qualche bicchiere. Eppure nei video del party postati sui social — quasi tutti sono stati poi rimossi (altra stranezza sottolineata) — i ragazzi hanno in mano dei cocktail. Qualcuno dunque in tutta fretta li ha fatti sparire.
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Come mai nessuno si è accorto?
Poi c’è il giallo della scoperta del corpo. La ragazza è stata trovata in piscina in costume — segno che stava facendo il bagno — già senza vita. Ma la vasca, peraltro bene illuminata, è piccola e alla festa c’erano decine di persone, molte delle quali, quando sono arrivati gli investigatori, erano ancora bagnate, come se fossero state in acqua fino a poco prima. Come mai nessuno si è accorto che Simona stava male, dunque?
La pallavolista poi, hanno raccontato i testimoni, era a faccia in su (un altro particolare strano che escluderebbe l’annegamento). «Simona era una surfista e nuotava perfettamente, difficile pensare che sia affogata in una piscinetta», hanno detto i genitori.
I sanitari, arrivati alle 4.23, hanno trovato la giovane fuori dall’acqua: gli amici l’avrebbero tirata su e avrebbero provato a rianimarla (sul petto aveva i segni di un massaggio cardiaco). La prima chiamata al numero unico di emergenza è stata fatta alle 4.10, alle 4.13 è stato avvertito il 118. L’ambulanza ha raggiunto la villa alle 4.23. Perché nessuno alla festa ha pensato di avvertire i genitori?
I vestiti sequestrati
I vestiti della 20enne, una canotta verde e una minigonna, sono stati trovati e sequestrati, e sotto sequestro sono finiti anche degli slip da uomo che erano in giardino. Mentre nessuno ha acquisito il bicchiere lasciato accanto alle mutande. Per i legali sarebbe stato utile cercare il Dna, ma gli investigatori avrebbero deciso di non farlo.
Sparita dalla scena del giallo anche la console usata dal dj per il party. «Serviva per un’altra festa», avrebbero fatto sapere ai legali. E almeno fino a ieri sera nessuno aveva messo i sigilli alla villa. Le visure catastali dell’immobile si fermano al 1997. Dopo di allora non è chiaro chi sia il proprietario. Anche su questo ci sarà da indagare.
4 agosto 2025 ( modifica il 4 agosto 2025 | 15:26)
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