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Valentina Baldisserri e Ilaria Sacchettoni
La difesa della coppia anglo australiana si affida ora alle competenze di Tonino Cantelmi, psichiatra e professore associato all’Università Gregoriana, scelto come consulente di parte
Separati dai figli per decisione di un Tribunale e impegnati per via dei (molti) adempimenti amministrativi, inclusa la nomina di un consulente di parte che affianchi la psicologa nominata dai giudici. Preoccupati, infine, dalla piega che hanno preso gli avvenimenti dopo la doppia bocciatura — in Corte d’Appello e al Tribunale per i minorenni — del ricongiungimento. Il Natale avverso di Nathan e Catherine Trevallion è trascorso malinconico. I regali ai bambini (malgrado tutto). L’allegria forzata. Le spiegazioni di ciò che verrà, incluso l’incontro con gli psicologi che dovranno monitorare «l’andamento dello sviluppo cognitivo e psicoaffettivo dei minori, le figure di riferimento riconosciute e i modelli di identificazione sviluppati».
La difesa della coppia anglo australiana si affida ora alle competenze di Tonino Cantelmi, psichiatra e professore associato all’Università Gregoriana, scelto come consulente di parte. Cattolico militante, già nominato da Papa Francesco (era il 2020) membro del dicastero «per il servizio dello sviluppo umano integrale» come recita il suo curriculum, Cantelmi giocherà un ruolo anche nel consolidamento della strategia mediatica dei Trevallion. Meno rigidità, più compromessi.
Per molti il caso della coppia neorurale della provincia di Chieti è il sovvertimento della fiaba natalizia: la famiglia separata, anche il 25 dicembre, dai giudici guastatori. Eppure dietro l’ormai lunga storia dei Trevallion — iniziata nell’autunno del 2024 con una pericolosa infezione da funghi e un intervento salvifico dei medici del pronto soccorso — si profilano temi fondamentali come le libere scelte e i convincimenti estremi, le sfide istituzionali e il diritto a seguire modelli educativi alternativi, purché tutto avvenga nel rispetto delle leggi che tutelano i minori.
Ad esempio, chi paga il prezzo (se c’è un prezzo da pagare) per l’abitazione dagli infissi traballanti? O per gli spifferi invernali di casa Trevallion, la scuola parentale senza doposcuola, il mancato ciclo vaccinale, la contestazione delle regole della casa famiglia? Prima di tutto, allora, varrà la pena di ripercorrere i diversi «no» espressi da babbo Nathan e mamma Catherine dal principio della vicenda, così come certamente farà la psicologa nominata dal Tribunale, Simona Ceccoli, da domani in poi appena accederà alla documentazione.
E allora il primo niet di Catherine Trevallion riporta indietro nel tempo al giorno in cui i due gemellini di 6 anni, maschio e femmina, più la primogenita, intossicati avevano avuto bisogno di installare un sondino naso gastrico per risolvere l’emergenza: «Significativo appare il rifiuto dell’impiego del sondino naso gastrico (verosimilmente perché fatto di silicone o poliuretano) nel trattamento dell’intossicazione da funghi dei figli…che denota l’assoluta indisponibilità dei genitori a derogare anche solo temporaneamente e in via emergenziale ai principi ispiratori della loro esperienza».
Al tempo stesso fra i «no» fermamente espressi da Catherine Trevallion c’è il numero due, ossia il rifiuto a trattare la bronchite della bimba di 6 anni con antibiotico. Si potrebbe integrare tutto questo con il fatto che la prima visita pediatrica dei piccoli si è verificata solo in seguito all’intervento delle istituzioni. Ma poi c’è stato il rifiuto di chiedere le autorizzazioni alle modifiche per l’abitazione («Non erano stati prodotti i documenti necessari previsti dal Tue») sottolineato ancora una volta dai giudici benché oggi, all’apparenza, superato. Oltre ai recenti contrasti circa le regole — igieniche e di orari— a cui tutti gli ospiti della casa famiglia sono sottoposti. Chissà se i «no» diventeranno «sì».
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27 dicembre 2025
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