“La mia è stata una scelta libera, responsabile e ponderata, ho considerato un dovere e anche un onore stare accanto a mio padre in occasioni ufficiali della Repubblica, in un ruolo che mia madre avrebbe svolto certamente meglio”. Così, in un’intervista a ‘Vogue Italia’, Laura Mattarella, racconta la sua “scelta” di stare accanto al padre, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “Devo dire che il fatto che i miei figli, all’epoca della prima elezione, dieci anni fa, fossero già abbastanza grandi, è stato un elemento dirimente”.

Palermitana, 57 anni, Laura Mattarella – professione avvocato – dal 3 febbraio 2015 affianca il padre. “Sono consapevole di svolgere un ruolo, accanto a mio padre, e cerco di esercitarlo al meglio. Ma il Presidente è lui. So solo che devo essergli vicina: a volte accanto, altre un passo dietro. Il ruolo di ‘first lady’ in Italia non è previsto – spiega – La presenza di un accompagnatore ufficiale è una mera convenzione perché non c’è nulla, nel nostro ordinamento, che preveda un ruolo pubblico assegnato al coniuge o, come nel mio caso, alla figlia del presidente della Repubblica. Nei protocolli del cerimoniale, in Italia e all’estero, vengo indicata semplicemente come “signora Laura Mattarella. Ed è giusto così”.

Laura Mattarella sottolinea con semplicità l’assenza di qualsiasi formalizzazione del suo ruolo e rivela con discrezione la responsabilità rappresentativa che accompagna il suo operato al fianco del padre, vedovo dal 2012, considerandolo “un dovere e anche un onore”: “Ho cercato di mantenere per me e la mia famiglia una vita assolutamente normale – aggiunge – Le donne della mia famiglia sono state da sempre educate a pensare con la propria testa, a coltivare pensieri propri”.

E riguardo la sua partecipazione ad iniziative solidali e culturali, che considera parte integrante del suo contributo alla vita pubblica, dichiara: “Sono lieta di poter contribuire al sostegno di buone cause… Educazione, prevenzione, ricerca, cura sono elementi essenziali per il progresso della società”. Per quanto riguarda lo stile di vita, racconta di aver fatto qualche rinuncia, “ragionevole e di poco conto. Provengo da una famiglia dove riservatezza e discrezione non sono considerate una formalità o solo un dovere, ma il modo più intenso di vivere i rapporti tra le persone, i familiari, gli amici. Nel complesso ho cercato di mantenere per me e la mia famiglia una vita assolutamente normale”.

Laura Mattarella non vive al Quirinale. “Abito felicemente a casa mia, con mio marito e con i miei figli”. Quanto al resto, ufficio, segreteria, “non è previsto nulla”. Un rimborso per gli abiti da sera o le acconciature? Assolutamente no”.

La signora Laura si racconta a Vogue in modo semplice e diretto senza alcuna ambizione – dice – di voler lanciare “messaggi” particolari alle donne italiane. Eppure, a fine intervista, consegna un suggerimento ai lettori e, in primis, alle istituzioni. Il ruolo della gentilezza nella vita pubblica? “La gentilezza non è solo una qualita’ personale, e’ un cammino, un metodo di mitezza”, chiarisce la signora Laura facendo i debiti distinguo: “Non parliamo della cortesia, delle formalita’, del bon ton, che spesso sono soltanto apparenti, ma di un modo di rapportarsi a quel che avviene e agli altri. “Significa – conclude la signora Laura – spiegare e ascoltare, sviluppare confronto e rispetto, non assumere il proprio punto di vista come l’unico approdo possibile, ma come punto di partenza, nella consapevolezza che il confronto e l’ascolto sono sempre strumenti di crescita”.