di
Massimo Clementi, Fabrizio Figorilli, Giorgio Palù e Maurizio Zanetti
Università, il dibattito sugli interventi di Crisanti e Capua: «Singolare che la critica ai concorsi universitari venga dal Senatore che ha beneficiato più volte di concorsi ad personam… Singolare anche che i commenti sulla preparazione degli studenti di Medicina italiani siano appannaggio della virologa».
Negli ultimi giorni abbiamo letto diversi interventi sull’asserito malfunzionamento dell’Università italiana e, segnatamente, della medicina accademica. Ci riferiamo in particolare a due interviste, una del senatore Andrea Crisanti e una della dottoressa Ilaria Capua, ex membro della Camera dei deputati e virologa veterinaria, interviste apparse sul Corriere della Sera.
«Affermazioni condivisibili ma…»
Crisanti, in prima battuta, fa affermazioni affatto ovvie e condivisibili sulla vicenda di Riccardo Nocini, il trentatreenne figlio dell’ex Rettore dell’Università di Verona risultato vincitore di concorso di prima fascia presso la stessa sede del padre: a) l’esecrazione per la mancata valutazione dell’eccesso di pubblicazioni del giovane Nocini, a firma anche del genitore; b) l’accusa di endogamia che affligge il reclutamento del corpo accademico che si riproduce quasi esclusivamente all’interno dello stesso gruppo locale e, talvolta, parentale. Ciò premesso, conclude sostenendo che l’esito di tutti i concorsi dell’Università Italiana degli ultimi 40 anni è sostanzialmente deciso in partenza, senza valutazioni di merito inequivoche.
«Espressioni generiche»
La dottoressa Capua, d’altro canto, critica la preparazione del test di ammissione alla facoltà di Medicina e Chirurgia con espressioni generiche e fumose («non si conosce la preparazione dei nostri ragazzi»). A noi non sembra che da questi interventi, così formulati, possa scaturire una luce sui reali problemi dell’Università italiana e, soprattutto, riteniamo che chi li esplicita con questa enfasi debba evidenziare parallelamente uno status di esperienze che consenta di promuovere proposte credibili e inattaccabili.
Desideriamo spiegare i motivi del nostro serio imbarazzo in questi due specifici casi. In primo luogo, è abbastanza singolare che la critica ai concorsi universitari venga dal Senatore Crisanti.
Lo stipendio di Crisanti
Non solo perché, come egli stesso ammette, ha beneficiato più volte nella sua carriera di concorsi ad personam, ma invero le progressioni di carriera più importanti da lui ricoperte (associato, ordinario) sono state bandite dalla stessa sede universitaria (Perugia). Soprattutto, quella relativa alla I fascia, supportata da un fondo estero che poi non ha onorato l’impegno preso con l’Università, lasciando un consistente debito. Lo stipendio di Crisanti è così rimasto a totale carico dell’Università di Perugia.
Gli impieghi della Capua
In secondo luogo, è anche singolare che i commenti sulla preparazione degli studenti di Medicina italiani siano appannaggio della dottoressa Capua. Da quello che si sa, dopo la sua sfortunata, brevissima apparizione sulla scena politica nazionale, la dottoressa ha lavorato presso «(1) il Department of Environmental and Global Health, College of Public Health and Health Professionals, Gainesville, Florida, Usa; (2) il One Health Center of Excellence, Ifas, University of Florida, Gainesville, Usa; e, ultimamente,(3) la Johns Hopkins University Sais Europe, Bologna Italy. Le prime due sono Public Health Schools, non Scuole di Medicina, l’ultima è un Campus dedicato a international economics, diplomacy and policy.
Detto ciò, non si vuole certo negare che l’Università Italiana non presenti aree che richiedono miglioramenti, talora urgenti. Tra questi, occorre considerare le esperienze di altri Paesi dove l’accesso a un grado accademico superiore comporta invariabilmente un cambio di sede, consuetudine peraltro in uso in passato anche in Italia, e vissuta da i più anziani tra i presenti firmatari.
Le riforme
Purtroppo le riforme delle modalità di reclutamento universitario che si sono susseguite negli ultimi decenni non sono state sempre migliorative. La logica attuale che ha consegnato il reclutamento ai Dipartimenti, strutturati su tematiche disciplinari affini, ha finito per privilegiare scelte guidate dal criterio economico (costa meno il candidato interno di un docente proveniente da altra sede) e dal criterio fiduciario (meglio l’allievo che garantisce continuità al suo mentore all’interno della stessa struttura). Di conseguenza, in alcune discipline, vengono tuttora istruiti in prevalenza bandi concorsuali che non favoriscono la presentazione di candidati esterni.
I bandi concorsuali dovrebbero invece essere istruiti per favorire e promuovere, anche economicamente, la partecipazione di candidature multiple ed esterne alla sede che bandisce, consentendo così alle commissioni concorsuali di formulare una valutazione ad un tempo comparativa e veramente meritocratica. Sono queste condizioni essenziali per incentivare rinnovamento culturale, apporto di progetti competitivi, innovazione scientifica e tecnologica, missioni precipue dell’Accademia. Parimenti, le critiche e le proposte di miglioramento all’accesso agli studi medici dovrebbero arrivare da ambiti istituzionali più autorevoli e competenti che considerino, senza emotività o pulsioni politiche, le vere necessità e carenze della professione medica, ispirandosi ai modelli internazionali che valutano anche merito scolastico e motivazioni individuali.
Massimo Clementi (Professore emerito di Microbiologia e Virologia, Università Vita e Salute, Milano)
Fabrizio Figorilli (Professore ordinario di Diritto amministrativo, Università di Perugia)
Giorgio Palù (Professore emerito di Microbiologia e Virologia, Università di Padova)
Maurizio Zanetti (Full professor of Immunology, University of California , San Diego)
27 dicembre 2025
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