di
Rinaldo Frignani

L’operazione è stata portata a termine dalla Digos insieme con la Guardia di Finanza con il coordinamento della Procura nazionale antimafia e antiterrorismo. I riferimenti alla strage in Israele del 7 ottobre 2023

Sette milioni di euro dalle cellule italiane di Hamas presso tre società di beneficienza per il popolo palestinese destinati invece all’organizzazione responsabile della strage in Israele del 7 ottobre di due anni fa. È la conclusione degli investigatori della Procura nazionale antimafia e antiterrorismo che con la Digos di Genova ha arrestato oggi nove persone: fra loro anche alcuni appartenenti alla sezione estera di Hamas. L’indagine è stata portata a termine con la Guardia di Finanza. 

Si tratta dell’Associazione benefica di solidarietà col popolo palestinese, fondata a Genova nel 1994, l’analoga Organizzazione di volontariato del 2003 e La Cupola d’Oro aperta invece a Milano ma nello stesso anno. I nove sono accusati di associazione con finalità di terrorismo anche internazionale o di eversione dell’ordine democratico. L’operazione, coordinata dalla Procura genovese che ha richiesto e ottenuto dal gip le misure cautelari, ha preso l’avvio anche sulla base della collaborazione internazionale, soprattutto con le autorità olandesi, per definire i contatti fra i rappresentanti delle società di beneficenza e il Movimento della resistenza islamica che per l’Ue è un’organizzazione terroristica. «In particolare – spiega chi indaga – vengono loro addebitate operazioni di finanziamento, che si ritiene abbiano rilevantemente contribuito alle attività delittuose dell’organizzazione terroristica, per un ammontare complessivo di circa 7 milioni di euro, con triangolazioni  attraverso bonifici bancari o con altre modalità per il tramite di associazioni con sede all’estero, in favore di associazioni con sede a Gaza, nei Territori Palestinesi o in Israele, dichiarate illegali dallo Stato di Israele, perché appartenenti, controllate o comunque collegate ad Hamas e direttamente a favore di suoi esponenti, come Osama Alisawi, già ministro del governo di fatto a Gaza, che, specificamente, in varie circostanze, sollecitava tale supporto finanziario».




















































Nel dettaglio Hannoun, per chi indaga, è accusato di «essere un componente di vertice di Hamas e di aver destinato, nella raccolta di fondi indicata come avente fini umanitari per la popolazione palestinese, una parte rilevante (più del 71%) di tali fondi al finanziamento diretto di Hamas o di associazioni ad essa collegate o da essa controllate e di altre articolazioni dell’organizzazione terroristica», e «di aver quindi concorso a versare, direttamente o indirettamente, all’organizzazione terroristica, a partire dall’18 ottobre 2001 e, fino alla data odierna, ma soprattutto a seguito degli eventi del 7 ottobre 2023, ingenti somme di denaro, pari a € 7.288.248,15, sottraendo tali fondi alle finalità dichiarate e alle reali necessità della popolazione civile di Gaza». Hannoun, ritenuto membro del  «comparto estero», componente del board of directors della European Palestinians Conference, vertice della cellula italiana dell’organizzazione, ha agito per chi indaga «nella sua veste di legale rappresentante di A.B.S.P.P. dal 21.9.2001 fino al 20.3.2018 e, negli anni successivi, di amministratore di fatto dell’associazione; di rappresentante legale di A.B.S.P.P. O.D.V. fin dalla costituzione, nel 2003; di amministratore di fatto dell’Associazione Benefica La Cupola d’Oro, nonché dell’Associazione Benefica La Palma, costituite al fine di proseguire l’attività di finanziamento nonostante i provvedimenti adottati dal circuito finanziario per impedire agli indagati il finanziamento di attività terroristiche»

Fra i destinatari delle misure cautelari ci sono fra gli altri Ra’Ed Hussny Mousa Dawoud, dipendente della A.B.S.P.P. O.D.V. e responsabile con Elasaly Yaser della filiale milanese di A.B.S.P.P., con Al Salahat Rael a sua volta referente per Firenze e la Toscana, insieme con il ministro dei Trasporti del governo di Gaza Alisawi, «cofondatore nel 1994 della A.B.S.P.P., delegato ad operare, dal 2001 al 2009, sui conti correnti dell’associazione». A loro l’accusa contesta «di aver condiviso con Hannoun le decisioni riguardanti le iniziative da adottare, anche volte a costituire l’Associazione Benefica La Cupola d’Oro, nonché l’Associazione Benefica La Palma». 

Gli investigatori hanno ricostruito nel corso delle indagini spostamenti di somme di denaro, anche di centinaia di migliaia di euro, dall’Italia e da altri Paesi, come la Turchia, direttamente a Gaza «contribuendo consapevolmente al finanziamento dell’organizzazione terroristica o di associazioni ad essa collegate o da essa controllate e di tutte le articolazioni dell’organizzazione terroristica».  Per chi indaga inoltre «Hannoun e alcuni suoi stretti collaboratori hanno costituito in Italia una cellula e da molti anni operano, per mezzo della A.B.S.P.P., nella raccolta di fondi destinati in tutto o in parte a detta organizzazione terroristica» e che «la costituzione di una cellula estera del movimento, sulla base degli elementi indiziari emersi nel corso delle indagini, non può ritenersi il risultato di una iniziativa personale di coloro che hanno dato vita all’associazione solidaristica italiana nei primi anni ‘90, ma, piuttosto, la realizzazione di un progetto strategico di Hamas che si è dotata di una struttura complessa, e dunque anche di cellule operanti all’estero, in grado di contribuire agli scopi propri del movimento».

Importante il contributo alle indagini fornito dalla documentazione trasmessa ufficialmente dallo Stato di Israele «nel contesto della cooperazione giudiziaria – dopo la riapertura dell’inchiesta del 2003 – in risposta ad alcune richieste di assistenza giudiziaria formulate dalla DDA di Genova» anche con «atti trasmessi spontaneamente da parte delle autorità israeliane. Così è emerso che la stessa A.B.S.P.P.  può essere considerata un’articolazione estera di Hamas «operante in Italia e partecipe, con altre simili associazioni, di un network europeo che opera coordinandosi con la struttura decisionale dell’organizzazione madre». Decine le associazioni a Gaza e fuori controllate da Hamas alle quali sono arrivate le donazioni, alcune delle quali «accusate di operare sotto il controllo diretto dell’ala militare. Non si è trattato di elargizioni aventi unicamente scopo caritatevole e umanitario – spiegano gli investigatori -:  gli indagati si sono resi consapevolmente responsabili di aver sottratto capitali alle finalità assistenzialistiche della da’wa (trattasi delle attività svolte dall’organizzazione nei settori della religione, dell’istruzione, del benessere e della salute allo scopo di creare saldi legami con la popolazione palestinese) in favore di un finanziamento diretto dell’organizzazione terroristica e delle sue attività criminose».


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27 dicembre 2025 ( modifica il 27 dicembre 2025 | 09:36)