L’abbassamento al 90% delle emissioni allo scarico in realtà lascia libera una nicchia di motori termici che andrà inevitabilmente ad equipaggiare supercar destinati a pochi eletti
2035: supercar a motore termico per i ricchi e utilitarie elettriche per la maggioranza degli automobilisti
Ora che sono passati un po’ di giorni dal (quasi) clamoroso ripensamento dell’UE, è il momento di fare qualche ragionamento a bocce ferme. Non si tratta di un “liberi tutti” e nemmeno di una rivincita dei motori termici, quanto piuttosto di un compromesso che finirà per polarizzare ulteriormente il popolo degli automobilisti, andando ad accentuare le differenze economiche che permetteranno o meno di accedere a determinati tipi di vetture, ribaltando sotto certi aspetti la situazione attuale.
Elettriche: da costose ad economiche e le termiche al contrario
La prima fase della “rivoluzione elettrica” ha avuto la forma di grandi berline e grandi Suv, auto costose, a volte costosissime, una tendenza solo in parte mitigata da un progressivo aumento di elettriche di dimensioni più compatte. Sempre costose però, soprattutto se paragonate alle corrispettive versioni a motore termico, ottimizzate da cent’anni di evoluzione della tecnologia basata sui combustibili fossili; dal 2035 però anche quest’ultime diventeranno auto da ricchi. A dirlo, una ricerca di Schmidt Automotive Research, che prefigura un mercato europeo dominato da piccole ed economiche auto elettriche, nient’altro che quelle della nuova categoria denominata M1E che comprenderà modelli lunghi non più di 4,2 metri. Ci rientrano la Fiat Grande Panda, la Renault 5, la Peugeot E-208, insomma, modelli conosciuti e – soprattutto – su cui i costruttori europei hanno già riversato ingenti investimenti.

Il pieno di e-fuel riservato ai nababbi
E allora le auto con motore termico? Perché guidarle sarà un lusso per milionari? Il problema è che quel 10% di emissioni concesso alle Case automobilistiche contiene in realtà più insidie di un giro di pista al Nürburgring: innanzitutto l’acciaio per produrre queste vetture dovrà essere green e i carburanti ammessi saranno gli e-fuel che, per usare un eufemismo, sarebbero più adatti al caveau di una banca che alla pompa di un distributore. Se pensiamo che al momento quella più a buon mercato – e anche l’unica ad avere una minima distribuzione – costa 56,8 euro al litro (il pieno a una Pandina mild hybrid richiederebbe un bonifico da 2.158,4 euro) è evidente che alimentare le termiche del futuro, pensate per funzionare solo con quel tipo di carburanti, sarà riservato a modelli super esclusivi che percorrono comunque distanze irrisorie rispetto alle auto “normali”.

Solo supercar nel futuro e oggi è caccia all’usato
Non ci vuole molto quindi a capire come mai questa ricerca tedesca sia così drastica: solo chi ha a listino modelli iper-esclusivi con V8 biturbo, dodici cilindri e via andare, potrà continuare a produrre vetture che rientrano nei parametri UE e solo chi ha un conto in Svizzera potrà permettersi di continuare a sentire il rombo del motore di una Ferrari, un’Aston Martin, una Lamborghini, per non parlare di Pagani e Bugatti. Con dei costi di sviluppo enormi e vendite di poche migliaia di pezzi all’anno, stiamo parlando di giocattoli per una clientela esclusiva, ma attenzione, stiamo parlando di vetture nuove e questo ci porta ad un ragionamento che abbiamo fatto in un precedente articolo quando parlavamo di un futuro boom delle super sportive usate.

Corsa alla classica da collezione, per le esigenze normali ci si deve arrangiare
Mettersi in garage oggi una classica di domani potrebbe risultare conveniente visto che le sportive del futuro saranno l’equivalente degli orologi meccanici svizzeri: pezzi di altissimo artigianato riservati a collezionisti facoltosi. Per questo ci sarà una corsa ad accaparrarsi le ultime generazioni di fuoriserie con motore termico, comunque destinate ad un uso limitato (e quindi costi più o meno gestibili) prolungando il piacere di girare la chiave nel quadro e sentire quel borbottio seguito da una vibrazione che scuote l’abitacolo. Chi invece avrà bisogno di un mezzo di trasporto quotidiano, dovrà adattarsi a vetture ibride o, con ogni probabilità, vetture elettriche compatte, a meno che – ed è un’ipotesi tutt’altro che remota – i costi delle batterie si riducano sensibilmente, dando origine ad una nuova generazione di auto accessibili.
27 dicembre 2025
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