di
Guido Olimpio
Ex campione di snowboard canadese, oggi tra i più ricercati dell’Fbi con una taglia da 10 milioni. Tradito dal braccio destro pentito, si nasconde in Messico mentre gli investigatori stringono il cerchio
Ryan Wedding ha tre problemi. È nella lista dei grandi ricercati dell’Fbi. Ha sulla sua testa una taglia da dieci milioni di dollari. Il suo braccio destro Andrew Clark, alias «The Dictator» sta collaborando con gli americani. Ma Ryan Wedding, 44 anni, detto anche «El Jefe», è abituato ai problemi e per evitarli si è nascosto in Messico, sotto la tutela dei suoi soci, i narcos di Sinaloa. Come abbiamo raccontato qualche settimana fa, la vita del super latitante poteva essere diversa. Alle spalle una famiglia normale e tranquilla, buoni studi e molto sport. Nel 2002 partecipa alle Olimpiadi di Salt Lake City, è nel team di snowboard del Canada ma quella è appena una parentesi perché Wedding scivola rapidamente nel traffico di droga.
Primo incontro con la Legge nel 2004, seguito da un secondo «inciampo» un paio di anni dopo con una condanna che lo tiene in galera sempre per giri di stupefacenti. Il periodo di detenzione diventa il trampolino: il canadese conosce un colombiano che gli aprirà successivamente molte porte. E quando torna libero nel 2011 quei contatti gli permettono di costruire il suo network per importare coca attraverso Messico e Stati Uniti.
Wedding ha un fisico massiccio. È sbruffone, minaccioso, sfrontato. Cresce il suo potere, cresce la voglia di osare, non esita ad azioni clamorose. Si allea ad un ex ufficiale della sicurezza messicana, stringe rapporti d’affari con i cartelli, colleziona moglie e amanti, recluta un avvocato che deve risolvere grane e aggirare la Giustizia con qualsiasi mezzo. El Jefe ha fatto eliminare in Colombia un testimone prezioso, scovato grazie a informazioni raccolte da fonti diverse in cambio di denaro, di bonus, di regali. Secondo il New York Times Wedding si è servito di prostitute e di altri complici, compreso un sicario, noto come «Kim Jong un», il nome del leader nord coreano.
Non solo. Al fine di rintracciare il bersaglio ha sfruttato la sponda di un blog dedicato al crimine dove hanno diffuso le foto del futuro target. Il delitto ha alzato il livello della sfida, l’FBI ha reagito alzando la ricompensa ed ha reso noto un ampio dossier dove sono indicati gli amici, i riciclatori in Europa, le possibili connessioni. I federali hanno sottolineato nel file come la sua rete abbia ripulito il denaro con vendite di auto di lusso attraverso concessionari perfettamente legali.
Un supporto prezioso per gli inquirenti è arrivato dal pentito Andrew Clark, canadese come il boss, suo uomo di fiducia, arrestato nel 2024 in territorio messicano e poi estradato in Usa. È sempre il quotidiano americano a fornire il dettaglio importante: ha deciso di cooperare raccontando molte cose sulla gang. Nei giorni scorsi, quasi a voler accentuare la pressione, è stato annunciato il sequestro in Messico di decine di moto collegate al “parco” di Wedding, trovate anche medaglie, documenti e armi. Una confisca eseguita in diverse abitazioni mentre, in contemporanea è stata resa nota una sua foto recente. Forse gli investigatori sperano che qualcuno riconosca il fuggitivo e faccia la soffiata giusta per arrivare alla sua cattura sapendo di poter incassare una taglia milionaria. Sempre che la paura di una vendetta non sia un deterrente.
27 dicembre 2025
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