Si è presentato davanti all’abitazione dove la ex compagna lavorava come badante e accudiva due anziani. L’ha costretta ad aprire la porta dell’appartamento. Le ha strappato di mano il telefono e ha visto chat con altri uomini. A quel punto le ha puntato un coltello da cucina alla gola: l’ha portata in una camera e ha abusato di lei. Infine le ha chiesto 1000 euro per restituirle il cellulare.

Minacce, insulti, migliaia di messaggi

Lei, anche per non compromettere il rapporto lavorativo, non ha urlato o chiesto aiuto. Aveva scelto tempo prima di interrompere la relazione con l’uomo, un cittadino peruviano di 20 anni suo connazionale: lui non aveva accettato questa decisione. Continuava perciò a tormentarla con minacce, insulti, appostamenti e messaggi. In un caso, anche una foto in cui teneva in mano un’arma da fuoco.

A San Vittore

Nei suoi confronti, il nucleo tutela donne e minori della polizia locale ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del tribunale di Milano, per i reati di atti persecutori, violenza sessuale ed estorsione. Il 20enne è destinatario di una condanna a due anni di reclusione nel 2025 con pena sospesa, per maltrattamenti in famiglia nei confronti della persona offesa, sua connazionale. Si trova nel carcere di San Vittore.