di
Marco Galluzzo

Sì alle armi per Kiev. «Aiuti civili», le novità su sanità e energia

C’è voluta una telefonata diretta fra Giorgia Meloni e Matteo Salvini, con tanto di testo concordato parola per parola dai due alleati, per sbloccare e dare il via libera al decreto che proroga gli aiuti, civili e militari, all’Ucraina. La proroga è di un anno, come nel passato, ma il decreto è diverso dai precedenti, e dovrebbe essere approvato domani, o al massimo martedì, in Consiglio dei ministri. Si è dunque risolta in modo definitivo una vicenda che nelle ultime settimane ha visto la maggioranza divisa, più a parole che nella sostanza in verità, e il testo del provvedimento rimodulato più volte rispetto al passato.

Il provvedimento è di tre articoli e l’intesa, semantica e sostanziale, è ormai blindata. In sostanza le differenze rispetto allo scorso sono un perimetro formale più ampio del testo, perché agli aiuti militari in munizioni, artiglieria e ogni altro possibile dispositivo armato utile alla resistenza ucraina, si aggiungono e si esplicitano almeno tre settori di aiuti civili: in campo sanitario, logistico, e di rafforzamento e ricostruzione della rete elettrica. Qualcosa che era possibile anche con i precedenti decreti, ma la Lega ha voluto alcune specifiche parole per dichiararsi soddisfatta.



















































Un ulteriore tassello del decreto, anche se potrebbe pure andare in un provvedimento successivo (il lavoro dell’ufficio giuridico di Palazzo Chigi è ancora in corso), riguarda un’altra novità, un’assicurazione pubblica per i giornalisti e i free lance italiani che si trovano ad operare, e a raccontare la guerra, nelle zone del conflitto, rischiando in prima persona. Per questa categoria verrà introdotta una forma di protezione finanziaria in caso di incidenti nel corso dell’attività professionale.

Nonostante la sigla di un’intesa politica su una vicenda che le opposizioni, o almeno una fetta di esse, hanno giudicato stucchevole e di mera propaganda, («una sconcia pantomima», Carlo Calenda), i protagonisti della maggioranza continuano a commentare i contenuti del testo che dovrebbe essere in vigore, per poi essere approvato dal Parlamento entro fine gennaio, prima della fine dell’anno. «Il prossimo decreto armi non sarà un decreto guerrafondaio né pacifista. Sarà solo un decreto giusto», ha affermato il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani in un’intervista al Foglio. Mentre sulla questione dei beni russi congelati Tajani, riferendosi ai risultati dell’ultimo Consiglio europeo, ha aggiunto che «l’Italia ha solo manifestato dubbi in punta di diritto e alla fine si è trovata l’intesa sugli eurobond. Non potevamo commettere un errore. Siamo rimasti fedeli ai nostri valori e nello stesso tempo a fianco di Kiev».

Matteo Salvini invece da parte sua rivendica i risultati ottenuti: «La richiesta della Lega» nel decreto per l’Ucraina che verrà votato nel prossimo anno «è di prendere in considerazione che negli ultimi tre anni è cambiato qualcosa. Ora c’è un tavolo di trattativa aperto. E quindi più che mandare armi per attaccare e distruggere, puntiamo sulla strategia difensiva, sullaSì alle armi. Specificata anche la parte sugli «aiuti civili» su come proteggere i civili, come scaldarli, curarli».

Intanto in serata Giorgia Meloni si è collegata, in videoconferenza, con Zelensky, insieme ad altri leader europei, alla vigilia dell’incontro del presidente ucraino con Donald Trump. Al termine del confronto, in cui i leader europei sembrano aver discusso con Zelensky anche di eventuali sacrifici in termini territoriali, Palazzo Chigi ha diffuso un comunicato in linea con le altre capitali della Ue. Soprattutto nella sobrietà, vista la delicatezza del passaggio.

La presidente del Consiglio ha in primo luogo sostenuto l’importanza di «tenere unito» il fronte europeo: «Solo attraverso questa solida unità di vedute la Russia può essere posta di fronte alle proprie responsabilità e spinta a dimostrare una reale disponibilità a sedere al tavolo dei negoziati». Non è escluso che anche oggi la premier possa avere altri contatti, al termine dell’incontro fra Zelensky e Trump.


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27 dicembre 2025 ( modifica il 27 dicembre 2025 | 23:42)