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I dati del 2025 raccontano una verità scomoda: Jannik è il più forte del circuito per qualità complessiva, ma non vince grazie ai centimetri o agli ace. E mentre Alcaraz ruba punti, Djokovic resiste e Musetti cresce, le statistiche ridisegnano la mappa del tennis mondiale

C’è una differenza enorme tra essere numero uno ed essere il migliore.
Il ranking dice Alcaraz, i dati – quelli veri, granulari, chirurgici – dicono Jannik Sinner. E non è un’opinione: è la fotografia che emerge dalle Insight Stats di Tennis Data Innovation, la piattaforma che scompone il tennis moderno colpo per colpo, scambio per scambio, attacco contro difesa.

APPROFONDIMENTI


Il risultato? Una mappa dell’ATP 2025 che ribalta molte certezze e ne scolpisce una nuova: Sinner è il giocatore più completo del circuito, anche se il suo servizio – paradosso solo apparente – non è tra i primi 20 per qualità pura.

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Il tennista totale esiste (ed è italiano)

La Performance Rating, un indice che va da 0 a 10 e misura tutto ciò che conta davvero – qualità dei colpi, capacità di prendere l’iniziativa, di convertirla e di ribaltare uno scambio in difesa – incorona un solo nome: Jannik Sinner, voto 9.
Nessun altro arriva così in alto.

Nessuno.

Non è solo questione di potenza o continuità: è dominio sistemico. Sinner è l’unico che eccelle in ogni fase del punto, l’unico che non concede vie di fuga. Contro di lui non scegli un lato, non scegli un piano B: ti toglie aria ovunque.

E mentre alcuni top 10 (Auger-Aliassime, De Minaur, Shelton) scivolano fuori dalla zona nobile per carenze strutturali su due o tre fondamentali, Jannik resta lì: completo, feroce, stabile.

Rubare o convertire: Alcaraz inventa, Sinner chiude

Il tennis moderno si decide su due verbi: rubare e convertire.

Steal: vincere punti partendo in difesa.

Conversion: trasformare il vantaggio in punto, senza farsi riprendere.

Qui emergono le differenze di stile. Carlos Alcaraz è il “ladro” per eccellenza: ribalta lo scambio come nessuno, trasforma il caos in opportunità.
Sinner, invece, è il miglior finalizzatore del circuito: quando prende il controllo, non lo molla più. È il più efficiente nel chiudere i punti, il più clinico.

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Zverev? Lontano. Musetti? In crescita costante, già nei piani alti. Il dato è chiaro: il tennis di oggi non premia solo chi attacca, ma chi sa cosa farne.

Il grande paradosso: Sinner domina senza il servizio dominante

Ed eccoci al dato che fa rumore: il servizio di Sinner non è nemmeno in top 20 per qualità pura.

Attenzione: non significa che serva male. Anzi. Nei ranking ATP “classici” è primo per game di servizio vinti. Ma quando si isola il colpo – rotazione, angoli, velocità, rimbalzo – Jannik è solo 25°. Davanti a lui? Giganti. Torri umane. Tennisti che costruiscono il punto con l’altezza prima ancora che col braccio.

È qui che si capisce tutto: Sinner non vince grazie al servizio, ma nonostante il servizio. Vince perché dopo la risposta entra nello scambio e lo governa. Sempre.

Berrettini resta l’orgoglio italiano dei battitori puri, Musetti e Darderi navigano più indietro. De Minaur? Quasi ultimo. Il servizio, da solo, non basta più.

Risposta, dritto, rovescio: il triangolo del dominio

Se il servizio non è il suo regno, la risposta lo è eccome.
Sinner è primo, staccando tutti. Medvedev vola per qualità, Djokovic resiste con l’intelligenza, Musetti sorprende con una sesta posizione che racconta la sua maturazione.

Poi c’è il dritto. Quello che un tempo era il colpo da proteggere oggi è, secondo i dati, il migliore del circuito. Progressione impressionante, chirurgica. Come Djokovic, Jannik ha trasformato un colpo “normale” in un’arma totale.

E infine il rovescio: 8,54 di valutazione. Nessuno come lui. È l’unico tennista sopra l’8 in tutte le categorie. Contro Sinner non puoi spingere sul lato debole, perché non esiste.

Musetti è il miglior monomane, Ruud sorprende, Shelton e Auger-Aliassime crollano. Anche qui, i numeri sono spietati.

La morale? Il tennis è cambiato (e Sinner è avanti)

I dati raccontano una verità semplice e crudele: non basta più avere un colpo devastante. Serve equilibrio, serve continuità, serve saper fare tutto bene, sempre.

Sinner non è il più spettacolare. Non è il più alto. Non è quello che serve più forte. È quello che vince più punti nel modo più sostenibile possibile.

Ed è per questo che, numeri alla mano, oggi è il miglior tennista del mondo. Anche se il ranking dice altro. Per ora.